Possesso diabolico (teologia di)

I problemi teologici sollevati dal fenomeno della possessione diabolica sono sia empirici che speculativi: come si può rilevare un caso vero di possesso, e come il possesso è compatibile con la libertà radicale della volontà umana e con la giustizia divina? Una risposta soddisfacente alla prima domanda è stata necessariamente ritardata dall’ignoranza generale sulle cause organiche di vari disturbi nevrastenici. Si pensava che il possesso esistesse dove, forse il più delle volte, non esisteva. La questione speculativa non presentava la stessa difficoltà. In quanto spiriti, i demoni sono in grado di penetrare e manipolare materia di qualsiasi tipo. Quindi, secondo San Tommaso d’Aquino e San Bonaventura, ciò che accade nei casi di possessione è l’ingresso di un demone in un corpo umano, le cui facoltà (fisiche) egli procede a controllare. L’anima, invece, non può essere né introdotta né superata e quindi rimane libera, sebbene le sue funzioni rispetto al corpo che informa siano come sospese. Estius ha descritto la possessione in termini di nave: il demone assume il ruolo del pilota che governa la nave. Il divino francese del XVII secolo, Surin, in realtà ha paragonato il ruolo del demone a quello dell’anima. Probabilmente l’affermazione più autorevole in questa materia è quella di Benedetto XIV nel suo Gli schiavi della beatificazione e canonizzazione del Beato (4.1.29.2). Questa non è in alcun senso una definizione dogmatica, poiché è stata emanata nella sua qualità di teologo privato, non come papa, ma è chiara e succinta: “I demoni, negli individui che possiedono, sono come motori dentro i corpi che si muovono, ma in modo tale da non imprimere alcuna qualità sul corpo umano né da dargli alcun nuovo modo di esistere né, a rigor di termini, costituiscono, insieme alla persona posseduta, un essere unico.

Il merito di aver distinto tra i segni apparenti di possesso deve essere dato al teologo del XVII secolo P. Thyräus, SJ. A suo giudizio le indicazioni fisiche o corporee di possessione – movimenti spastici o convulsioni isteriche, ecc. – non dovevano essere considerate in alcun modo decisive. I veri criteri, ha affermato, sono una conoscenza di cose segrete e una conoscenza di lingue mai apprese (dall’individuo posseduto). Anche questi criteri lasciano a desiderare, poiché oggi si è consapevoli della reale probabilità che esistano comunicazioni telepatiche tra esseri umani, ma almeno Thyräus ha relegato i segni popolari al significato minimo che avrebbero dovuto avere.

Tutti gli scrittori in materia di possessione hanno insistito sul fatto che anche la mancanza di memoria della persona posseduta su ciò che ha fatto o detto durante il sequestro sia riconosciuta come un altro criterio fondamentale. Il possesso, in altre parole, preclude la normale coscienza umana. Sotto questo aspetto i casi di possessione assomigliano a quegli stati patologici noti alla moderna psicologia clinica in cui il paziente proietta due o più personalità completamente diverse nessuna delle quali è cosciente dell’altra. Il parallelo qui illustra ancora una volta la cautela che deve essere mantenuta nel tentativo di determinare un caso autentico di possesso. Forse si può dire che solo l’effetto di un esorcismo sulla persona posseduta risolva la questione.

Non si può sperare di capire in ogni, se in ogni caso, perché Dio permette il possesso. È, tuttavia, una conseguenza del fatto che non ha annientato gli spiriti maligni, che rimangono, quindi, capaci di disturbare i normali processi della materia creata. Il Concilio di Trento ha notato che l’uomo era diventato soggetto all’influenza satanica a seguito della caduta (H. Denzinger, manuale dei simboli 1511), e sebbene l’uomo sia stato “salvato … dal potere delle tenebre” da Gesù Cristo (Col 1.13), non è stato sollevato dalla necessità di lottare contro i continui attacchi di quel potere (Ef 6.12). Nell’esorcismo, tuttavia, possiede l’ultima arma contro queste incursioni di Satana, che non sono, in ogni caso, così frequenti come una volta si immaginava.

Vedi anche: ossessione diabolica; demone (teologia di).

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