Da 491 a 518; b. Epidamnus, moderna Durazzo, Albania, 431; d. Costantinopoli, 9 luglio 518. Sposò la vedova imperatrice Arianna e fu nominato imperatore dopo una carriera amministrativa di successo. In fondo era un monofisita, che da laico si era impegnato nella predicazione e aveva mostrato tratti di scrupolosità religiosa. Prima di essere incoronato imperatore, fu costretto a firmare una professione di fede nel Concilio di Calcedonia dal patriarca di Costantinopoli, Eufemio. Il suo regno fu turbato dal conflitto provocato dall’enoticio. Abile amministratore, fece molto per riorganizzare l’amministrazione interna e risolvere i problemi esterni dell’impero. Ha tentato di imporre il monofisismo ai vescovi orientali, aiutato principalmente da severus di antiochia e philoxenus di mabbugh. Nel 496 riuscì a deporre Eufemio, patriarca di Costantinopoli, con accuse surrettizie che derivavano dal suo sostegno intransigente al Concilio di Calcedonia; depose anche il Patriarca Macedonio (511), Flavio di Antiochia (512) ed Elia di Gerusalemme (516). L’imposizione nella liturgia del Trisagio monofisita provocò forti reazioni a Costantinopoli, e uno degli ufficiali imperiali sul Danubio, Vitalian, si ribellò (513-515). I suoi tentativi di riconciliazione con Roma non misero fine allo scisma acacico; e solo in Siria ed Egitto la politica religiosa di Anastasio ebbe temporaneamente successo. Tuttavia, si dimostrò uno degli imperatori bizantini più efficienti e notevoli, nonostante il fallimento della sua politica religiosa.
Bibliografia: l. brÉhier, Dizionario di storia e geografia ecclesiastica 2: 1447–57. p. charanis, Chiesa e Stato nel tardo impero romano: la politica religiosa di Anastasio (Madison, Wis. 1939). e. pietra, Storia del Basso Impero (Parigi 1949–59) 2: 77–217.
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