Enrico v, imperatore romano

Regnò dal 5 gennaio 1106 al 23 maggio 1125; b. Torino, 1081; d. Utrecht. Figlio di Enrico IV e Bertha, fu eletto re di Germania nel 1098 al posto di suo fratello Corrado. Depose il padre scomunicato nel 1106 e fu incoronato imperatore nel 1111. Questo sovrano astuto e intrigante, così abile nei negoziati, era ampiamente rispettato ma non amato da nessuno. Perseguì la politica di intransigenza del padre nei confronti del papato, anche se in modo diverso. Assunse nobili nel governo e investì anche più prelati di suo padre, trascurando nel frattempo i comuni nascenti e il ministeriale. Nel 1111, quando era a Roma per la sua incoronazione, la sua condotta feroce spinse Papa Pasquale II a decretare l'abbandono della Chiesa di tutte le insegne, sebbene questo atto fu quasi immediatamente ripudiato da un sinodo della Chiesa. Dopo che Enrico subì schiaccianti sconfitte da parte dei ribelli tedeschi sia laici che ecclesiastici nel 1116, non poté più resistere alle richieste di negoziare con Callisto II per risolvere la lotta impero-papato (vedi lotta per l'investitura). Il risultante Concordato dei vermi (23 settembre 1122) riconobbe la validità della rivendicazione del sovrano sia nei diritti regali che nel carattere ecclesiastico dello stesso prelato. La Dieta di Bamberga fece la legge imperiale concordataria e il Concilio lateranense del 1123 le diede validità canonica. Henry è stato sconfitto dai Sassoni nel suo ultimo anno, e gli elettori, guidati dal suo nemico, Abp. Adalberto di Magonza, rifiutò il candidato re di Enrico senza figli e sostituì il duca Lotario di Sassonia. Questo ha segnato la fine della monarchia Salian. Fu così dimostrato che la costituzione imperiale era ora controllata dall'aristocrazia e che il principio ereditario aveva ceduto all'elezione scegliendo l'imperatore romano.

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[S. williams]