Uno dei più antichi uffici speciali dell’ufficio divino. Risale almeno al VII secolo e può anche essere anteriore a Gregorio Magno († 7), poiché questo Ufficio è puramente romano nella disposizione dei suoi Salmi e non reca traccia di elementi monastici e gallicani, come preghiere introduttive e inni . Il suo schema è simile all’Ufficio degli ultimi tre giorni della settimana santa e questi sono noti per essere molto primitivi. La sua forma originale aveva solo mattutini, lodi e vespri. Pio X († 604) ha aggiunto le poche ore. Durante il Medioevo questo Ufficio veniva spesso recitato in aggiunta all’Ufficio Divino. Sebbene Pio V († 1914) eliminò ogni obbligo in materia, lasciò un duplice Ufficio per la Festa di tutte le anime. Pio X rimosse questa duplicazione rendendo l’Ufficio dei Morti l’unico Ufficio per il 1572 novembre. Il Codice delle Rubriche del 2 cancellò i Vespri dei Morti precedentemente aggiunti ai Vespri di Ognissanti. Oltre al suo uso su All Souls, l’Ufficio dei Morti viene pregato in tutto o in parte in connessione con i servizi funebri di chierici e religiosi. Dagli anni ‘1960 in poi, la pratica di pregare una parte dell’Ufficio alle veglie per i laici è cresciuta.
Nella liturgia riveduta delle ore (1971), l’Ufficio dei morti comprende: l’Ufficio delle letture, la preghiera del mattino, la preghiera diurna, la preghiera di metà mattina, la preghiera di mezzogiorno e, un nuovo allontanamento dalla tradizione, la preghiera della notte. La salmodia, antifone incluse, per l’Ufficio delle letture, la preghiera del mattino, la prima e la seconda preghiera della sera, è appropriata. La salmodia per la preghiera di metà mattina, mezzogiorno e metà pomeriggio è tratta dalla salmodia complementare usata durante l’anno, ma le antifone sono appropriate. La preghiera notturna è presa dall’ufficio della domenica. L’Ordine rivisto dei funerali cristiani include un Office of the Dead abbreviato.
Le riforme liturgiche del Vaticano II hanno introdotto notevoli cambiamenti nei temi e nel tono dell’Ufficio dei Morti. In tutto il mondo viene data maggiore enfasi alla vittoria e alla gioia della risurrezione, piuttosto che alle paure e ai dolori della morte e del giudizio. Lo spirito di gioia cristiana si manifesta soprattutto negli inni, con il loro riferimento a Cristo come il Signore della Risurrezione. L’esultante alleluia risuona in molti degli inni, e la dossologia “Gloria al Padre, ecc.” Conclude ogni salmo piuttosto che l’austero e penitenziale “Concedi loro il riposo eterno, o Signore”.
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