Gli evangelisti, in quanto tetrade, sono spesso rappresentati nell’arte cristiana, specialmente nell’illuminazione dei manoscritti. Appaiono in forma umana o in veste simbolica.
Quando rappresentati come figure umane, gli evangelisti sono in piedi o seduti e impegnati nella composizione dei Vangeli. Entrambi i tipi sono stati sviluppati da figure classiche di filosofi o scrittori; furono introdotti da artisti cristiani durante il 2 ° o 3 ° secolo. La figura seduta nella postura di meditazione è la più vicina al prototipo classico (Stauronikita cod. 43). Diversi sarcofagi paleocristiani contengono le prime rappresentazioni degli Evangelisti come figure umane (sarcofago di Concordio, Arles). Nei manoscritti sono solitamente rappresentati in miniatura a piena pagina o come ritratti in piedi, che a volte possono essere inseriti tra colonne di testo. Gli artisti bizantini hanno sviluppato il ritratto visto di profilo, mentre in Occidente è stato conservato il tipo frontale del periodo classico. I mosaici di S. Vitale a Ravenna mostrano gli Evangelisti, ciascuno con un codice, in uno sfondo paesaggistico. La cattedra d’avorio di San Massimiano (Ravenna, VI secolo) conserva un ottimo esempio dei primi ritratti in piedi; gli Evangelisti sono presentati in pose frontali di tre quarti, ciascuno con in mano un Libro dei Vangeli con inciso una croce. Nel Medioevo erano rappresentati in associazione tipologica con i quattro grandi profeti: Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele (finestra del transetto sud, cattedrale di Chartres). Erano associati nel periodo tardo medievale ai quattro dottori latini della Chiesa: Girolamo, Agostino, Ambrogio e Gregorio.
La simbolizzazione degli Evangelisti da parte di quattro creature alate deriva dalla visione di Ezechiele e Rivelazione (4.6–8). A Matteo è stata assegnata la figura umana;
a Marco, il leone; a Luca, il bue; ea Giovanni, l’aquila. Agli Evangelisti sono stati assegnati i loro simboli sulla base dei passaggi iniziali del Vangelo di ciascuno: l’uomo a Matteo, poiché narra la genealogia e la nascita di Cristo; il leone a Marco, perché inizia drammaticamente con il La voce di uno che grida nel deserto (come il suono del re degli animali); il vitello a Luca, perché descrive il sacrificio di Zaccaria; e l’aquila a Giovanni, poiché inizia con la preesistenza del Logos in cielo. La simbolica tetrade rappresenta anche diverse fasi della vita di Cristo: l’uomo di Matteo, per l’Incarnazione; il leone di Marco, per la Resurrezione (il leone medievale ha ruggito in vita i suoi cuccioli nati morti); il vitello di Luca, per la morte sacrificale sulla croce; e l’aquila di Giovanni, per l’Ascensione. Questi simboli sono spesso rappresentati in scene apocalittiche come il la gloria di (mosaici di S. Pudenziana, Roma), nonché Ascensioni (Codice Rabbula). Una formazione ibrida degli evangelisti che indossano le teste dei loro simboli si trova principalmente nel
arte della Francia meridionale e della Spagna (Sacramentario di Gellone, XI secolo).
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[s. tsuji]