Eliade, mircea (1907-1986), studioso delle religioni del mondo

Eliade è nato a Bucarest, in Romania, dove è diventato uno scrittore precoce, pubblicando il suo primo articolo all’età di quattordici anni. Fin dall’inizio, ha pubblicato opere sia critiche che creative: studi di alchimia, storia delle religioni, religioni asiatiche e critica letteraria, oltre a racconti, diari di viaggio e scritti autobiografici.

Nel 1925 Eliade si iscrisse al dipartimento di letteratura e filosofia dell’Università di Bucarest. Studente di lingue dotato, da giovane ha imparato l’italiano, l’inglese, l’ebraico e il persiano; in seguito avrebbe conosciuto anche il sanscrito, il bengalese e il francese. Nel 1928 completa a Roma una tesi sulla filosofia italiana. Da lì è andato in India, dove ha lavorato per tre anni con Surendranath Dasgupta presso l’Università di Calcutta; trascorse anche altri sei mesi studiando yoga con Swami Shivananda nell’ashram di quest’ultimo a Rishikesh. La tesi di dottorato di Eliade, intitolata “A Comparative History of Yoga Techniques”, si basa sui suoi studi in India.

Dopo aver completato il servizio militare in Romania, Eliade è stato assistente di Naë Ionesco, professore di logica e metafisica all’Università di Bucarest. I primi corsi che Eliade insegnava includono studi sul pensiero religioso indiano e buddista, quello di Aristotele Metafisica, e simbolismo religioso. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale Eliade e sua moglie, Nina Mares, si trasferirono a Londra, dove servì come addetto culturale alla delegazione reale rumena. Ha continuato nella stessa funzione a Lisbona dal 1941 al 1945. Sua moglie morì nel 1944.

Dopo la guerra Eliade e la sua figliastra, Adalgiza, si trasferirono a Parigi, dove trascorse numerosi anni produttivi insegnando all’École des Hautes Études e pubblicando molte delle sue opere principali. Nel 1956 tenne le Haskell Lectures, “Patterns of Initiation”, presso l’Università di Chicago. L’anno successivo ha accettato un posto come professore e presidente del dipartimento di storia delle religioni e come professore nel Comitato sul pensiero sociale presso l’Università di Chicago, dove ha vissuto per il resto della sua vita insieme alla sua seconda moglie, Christinel.

È certamente a causa del suo lavoro a Chicago che Eliade arrivò a influenzare lo studio della religione negli Stati Uniti. Il suo pensiero divenne accessibile a studiosi e studenti, con effetto duraturo. Le principali pubblicazioni includono studi di yoga, sciamanesimo, rituali e miti, nonché opere enciclopediche come L’Enciclopedia della religione e tre volumi della serie Una storia di idee religiose.

Eliade si avvicinò allo studio dei fenomeni religiosi come storico delle religioni, sulla falsariga di Raffaele Pettazzoni (1883–1959) e Joachim Wach (1898–1955). Eliade considerava la disciplina come avente tre dimensioni: la storia, propriamente parlando, insieme allo studio comparato della morfologia e fenomenologia religiosa (Eliade 1962, n. 1). L’obiettivo della storia delle religioni, a suo avviso, è ermeneutico, cioè “rendere intelligibili i significati dei documenti religiosi alla mente dell’uomo moderno” (Eliade 1962, p. 2).

L’approccio di Eliade apre tre strade per esplorare la religione. Soprattutto, fornisce un linguaggio neutro per parlare di fenomeni religiosi. Ad esempio, il termine ierofania, che significa “l’apparenza del sacro”, può essere usato per denotare qualsiasi esperienza soggettiva di ciò che è sentito come reale in ultima analisi, indipendentemente dal contesto culturale. Il termine suggerisce ugualmente la rivelazione di un Dio monoteista, le rivelazioni di dei e dee in una tradizione politeistica e epifanie non teistiche. Allo stesso modo, il sacro, come lo usa Eliade, è un termine neutro. Indica un sentimento valutativo, non la causa del sentimento; che lascia ad altre discipline, come la metafisica o la psicologia.

Un secondo aspetto della borsa di studio di Eliade che continua a influenzare lo studio della religione è la sua comprensione della natura simbolica della religione. Sebbene la ierofania avvenga sul livello soggettivo dell’esperienza, la sua espressione dà origine a fenomeni oggettivi: rituali, miti, arte sacra e, in definitiva, le complesse tradizioni religiose che si sviluppano nel tempo. La religione, in questo senso, è opera dell’uomo, la risposta umana all’esperienza del sacro. E la natura della religione è simbolica. Gli esseri umani attingono agli oggetti della loro vita quotidiana per esprimere la natura soggettiva e ineffabile della ierofania. Questa comprensione della natura simbolica della religione porta a un riconoscimento della qualità simbolica di visioni del mondo specifiche, come la visione storica del mondo trovata in Occidente in contrasto con certe nozioni cicliche e astoriche trovate altrove.

In terzo luogo, questo non porta a un rifiuto del metodo storico, ma consente un apprezzamento positivo dei modi di vivere non storici nel mondo. Si vede che culture e popoli arcaici vivono in modo ricco e razionale all’interno di mondi simbolici che hanno integrità e valore. Eliade si è descritto come un umanista e la storia delle religioni come un nuovo umanesimo. La sua vita e il suo lavoro arricchiscono il nostro apprezzamento dell’essere umano come sempre e ovunque creativamente religioso.