Catechesi liturgica

La catechesi liturgica cerca di condurre le comunità e i singoli membri dei fedeli alla maturità della fede attraverso la partecipazione piena e attiva alla liturgia, che attua ed esprime quella fede. Come suggerisce il nome stesso, la catechesi liturgica è solo una delle numerose forme di catechesi, sebbene tutte le forme abbiano una dimensione liturgica. La catechesi liturgica ha alcune caratteristiche identificative. È trinitario-pasquale, ecclesiale, sacramentale e trasformativo. Il mistero pasquale è il cuore di tutta la catechesi, pietra angolare della fede cristiana e paradigma della vita cristiana, sia per gli individui che per una comunità di fede. La celebrazione liturgica è un’azione ecclesiale. Non è semplicemente una serie di azioni, ma la celebrazione e l’espressione delle relazioni: relazione con Dio e tra di loro in Cristo attraverso lo Spirito.

La catechesi liturgica si svolge in mezzo alla comunità perché la fede della Chiesa precede la fede di coloro che sono invitati a credere. La catechesi è responsabilità di tutta la chiesa. La catechesi liturgica è sacramentale. Ha lo scopo di avviare le persone al mistero di Cristo “procedendo dal visibile all’invisibile, dal segno al significato, dal sacramento ai misteri” (CCC, n. 1075). I simboli centrali come l’assemblea, l’acqua, il vino, l’olio, l’imposizione delle mani, la lettura e l’interpretazione della scrittura e il segno della croce sono costitutivi della liturgia e sono contestualizzati all’interno dell’anno liturgico. La catechesi liturgica si propone di scoprire il significato di queste azioni simboliche affinché i fedeli possano gradualmente rendersi conto che partecipando all’azione sacramentale partecipano all’azione salvifica di Cristo. La liturgia sostiene la conversione, una trasformazione che avviene lungo tutta la vita dell’individuo, che si traduce in una vita vissuta nella carità, nella giustizia e nella costruzione della pace.

A rigor di termini, la catechesi liturgica è mistagogia. La mistagogia è una riflessione sui simboli, le azioni e le scritture del rito liturgico in termini di vita quotidiana. Dipende dalla celebrazione dell’assemblea e la celebrazione a sua volta è approfondita da una preparazione alla liturgia che costruisce un lessico di immagini, concetti, storie scritturali, azioni rituali e simboli.

La prima dimensione, la preparazione alla liturgia, inizia con i valori umani che sono presenti nella celebrazione liturgica tra cui “attività comunitaria, scambio di saluti, capacità di ascoltare, chiedere e concedere perdono, espressione di gratitudine, esperienza di azioni simboliche, un pasto di amicizia e festa di festa “(DMC, 9). La catechesi liturgica promuove la riflessione sui riti e le preghiere della liturgia alla luce di questi valori umani. I riti e le preghiere sono visti nel quadro delle Scritture, della tradizione dottrinale e liturgica, dell’anno liturgico e necessariamente includono l’attenzione al contesto sociale e culturale della comunità. I principi teologici per la catechesi sono tratti dalla teologia nell’Introduzione al Rito. La catechesi liturgica si svolge all’interno di una celebrazione della parola (RCIA, 85–89). La preparazione alla liturgia è essenziale per costruire un magazzino di immagini, rituali, simboli, gesti, musica e spazio sacro che fungano da fonte per interpretare l’esperienza della liturgia e consentire alla comunità di partecipare ai modi in cui la liturgia rivela la presenza di Dio nella loro vita.

La seconda fase è la catechesi attraverso la liturgia. La liturgia trasmette il suo significato non attraverso la spiegazione ma attraverso la partecipazione. La liturgia è esperienziale e la catechesi liturgica apre e porta alla consapevolezza ciò che si conosce intuitivamente. La riflessione mistagogica, catechesi dalla liturgia, avviene dopo la celebrazione ma la celebrazione del rito e della mistagogia è tutto a posto. Si svolge in mezzo alla comunità e riunisce i valori umani, la tradizione ricevuta e l’esperienza dell’individuo nel contesto della comunità. La mistagogia riguarda la creazione di significato. È un modo di interpretare la vita e di rispondere al mistero celebrato. Il processo passa quindi dalla riflessione sull’esperienza comunitaria dell’azione liturgica alla luce dei valori umani, all’interpretazione dell’esperienza secondo le Scritture e la tradizione cristiana; a un’esplorazione del significato della propria vita e delle sue implicazioni etiche per vivere una vita di pace e giustizia. La celebrazione seguita dalla riflessione, e poi dall’azione, torna alla celebrazione con una nuova intuizione e un nuovo significato.

Questa forma di catechesi non è nuova ma piuttosto è un ripristino di un rapporto tra liturgia e catechesi che esisteva nella chiesa primitiva ed è così ben illustrato dalle omelie mistagogiche ad esempio, di sant’Ambrogio, Cirillo di Gerusalemme, Teodoro di Mopsuestia e Sant’Agostino. Viene nuovamente messo in rilievo dalla Costituzione del 1963 sulla Sacra Liturgia (48) e da altri documenti liturgici e catechetici come l’Istruzione del 1967 sul culto del mistero eucaristico ([mistero eucaristico ] (14-15), l’Esortazione Apostolica di Giovanni Paolo II, Catechesi nel nostro tempo (23), il Rito di iniziazione cristiana degli adulti (75), la Catechismo della Chiesa Cattolica (1074-1075) e Il Direttorio Generale per la Catechesi (1997).

Bibliografia: c. dooley, “Catechesi liturgica: mistagogia, matrimonio o nome improprio?” Culto 66 (1992): 386–397. g. ostdiek, “Catechesi liturgica” in Il nuovo dizionario del culto sacramentale, ed. p. fink (Collegeville: The Liturgical Press, 1990), 163–172. g. ostdiek, “Liturgia come catechesi per la vita”, Ministero liturgico 7 (1998): 76–82. t. morris, “Liturgical Catechesis Revisited”, Catecumenato 17 (maggio 1995): 13-19. gf baumbach, Vivere la mistagogia: la pausa sacra della Pasqua (New York: Paulist, 1996).

[c. dooley]