Nei primi manoscritti greci del Nuovo Testamento il nome di Gesù era scritto nella forma abbreviata IC (IHCOϒC). L’abbreviazione era considerata non solo un dispositivo pratico ma anche un modo per trasmettere il carattere sacro. Nei manoscritti latini del IV secolo, le lettere greche furono mantenute per il nome di Gesù: IHS. San Bernardino da Siena (4–1380) fu responsabile
la devozione al Santo Nome, sotto il trigramma IHS, resa popolare dalla sua predicazione e approvata nel 1432 da Eugenio IV. Nel 1424 fu dipinto sulla facciata di S. Croce, Firenze. Il trigramma su un disco fiammeggiante è rappresentato nell’arte come un attributo di San Bernardino. Giovanna d’Arco lo fece ricamare sul suo stendardo; in seguito fu adottato dall’ordine dei Gesuiti come abbreviazione di Gesù Salvatore dell’umanità. Nel XVII secolo, l’affresco del soffitto “Il Trionfo del Nome di Gesù”, raffigurante il Santissimo Nome adorato da santi e angeli, fu dipinto nella Chiesa del Gesù, a Roma, da GB Gaulli (Bacciccio).
Il monogramma Chi-Rho è formato dalle prime due lettere del nome greco di Cristo (XPICTOC). Esistono molte varianti di questo disegno, che è spesso rappresentato con l’aggiunta della prima e dell’ultima lettera dell’alfabeto greco, alfa (Α) e omega (Ω). Il monogramma era di eccezionale importanza nell’arte paleocristiana.
Bibliografia: ch turner, “The nomina sacra in Early Latin Christian MSS, “in Miscellanea Francesco Ehrle, 5 v. (I testimoni Sludi 37–41; 1924) 4: 62–74. È. maschio, Arte sacra della fine del XVI secolo, XVII e XVIII secolo (2d ed. Parigi 1951). d. forstner, Il mondo dei simboli (Innsbruck 1961) 48–58. pr biasiotto, Storia dello sviluppo della devozione al Santo Nome (San Bonaventura, NY 1943).
[ju morris]