Samguk yusa (cimeli dei tre regni)

Il Samguk yusa (Memorabilia dei Tre Regni) è una raccolta di miti, aneddoti e racconti dell’antica Corea, principalmente del regno di Silla. Il testo fu compilato intorno al 1285, dopo la sottomissione mongola della Corea, dal monaco buddista Iryŏ (Kim Kyŏnmyŏng, 1206–1289) e contiene almeno un’inserzione successiva del suo discepolo Mugŭk (du). Poco si sa del testo prima del 1512. La parola del titolo yusa (Cinese, yishi) suggerisce che il testo doveva servire come supplemento non ufficiale a un’opera ufficiale, forse il Samguk sagi (Documenti storici dei Tre Regni), compilato da Kim Pusik tra il 1136 e il 1145. Samguk yusa è approssimativamente modellato dopo il Lidai fabao ji (Registro del gioiello del Dharma nelle generazioni successive, circa. 780) e il Taiping guangji (Racconti ampliati dell’era dei Taiping, compilato 977–978) nella forma e nel contenuto.

Il Samguk yusa è composto da cinque capitoli. Il primo capitolo inizia con una cronologia dinastica e segue con i miti di fondazione dei regni coreani nativi e altre narrazioni tradizionali risalenti a prima della conquista degli altri regni da parte di Silla. Il secondo capitolo contiene racconti delle guerre peninsulari per l’unificazione, così come dinastiche postunificazione e altri racconti. Il terzo capitolo è composto da due sezioni sottotitolate “The Flourishing of the Dharma” e “Stūpas and Images”, che presentano la prospettiva buddista della trasmissione della religione alla penisola e racconti sulla fondazione miracolosa e la storia di un particolare sacro o culto. siti. Il quarto capitolo, “Exegetes”, contiene agiografie di eminenti monaci scolastici di Silla. Il quinto capitolo è diviso in quattro sottosezioni intitolate (1) “Incantesimi Divini”, agiografie di monaci buddisti specializzati nell’operare miracoli attraverso il canto dhĀraṆĪ e sūtras; (2) “Taumaturghi”, storie di individui, in particolare monaci buddisti, che possiedono poteri magici; (3) “Escape and Seclusion”, storie di persone che sono fuggite da questo regno mortale; e (4) “Pietà filiale e virtù”, narrazioni tradizionali di figli filiali e figlie virtuose.