Rito certosino

Questa voce ripercorre le origini e la storia del rito certosino e le sue caratteristiche uniche nella messa e nell’ufficio. Sembra certo che l’influenza predominante ed esclusiva nella formazione della liturgia certosina fosse il rito della sede primaziale di Lione, di cui Grenoble era suffraganea. Questo è vero per la Messa e in larga parte per l’Ufficio, sebbene per quest’ultimo sia stato adottato l’ordine della salmodia (che regola la forma delle Ore) stabilito dalla Regola di San Benedetto; per le altre parti variabili dell’Ufficio, è stato utilizzato l’Antifonario di Lione.

Ci sono prove considerevoli per queste affermazioni. Uno dei primi manoscritti liturgici certosini (MS 33 presso la Certosa di St.Hugh, Parkminster, Inghilterra) mostra che l’ottava giorno di Pentecoste veniva celebrata con la Messa della festa, così che la serie delle Messe per le domeniche dopo Pentecoste è una dietro la serie corrispondente nel rito romano; l’ultimo della serie è se tu invece di Lui dice. Questo, il versetto Signore, davanti alla mia bocca, detto prima del confiteor durante la messa e la preghiera durante la miscelazione del vino e dell’acqua (Il dopo, ecc.) sono tutte caratteristiche comuni alla liturgia primitiva certosina ea quella di Lione. Si possono vedere influenze simili nell’Antifonario. Guigo I, il quinto priore di Chartreuse, che ha compilato entrambi i libri, ha seguito il principio sostenuto da Agobard, arcivescovo di Lione († 840), che solo la Scrittura e le prediche dei Padri potevano essere usate nell’Ufficio o nella Messa. Di conseguenza Le “composizioni ecclesiastiche” erano escluse dal rito: la messa per i defunti aveva come introito Guarda invece di Requiem, e molti pezzi famosi non hanno trovato posto. Sebbene in un secondo momento alcuni argomenti non scritturali trovarono la loro strada nel Messale e nell’Ufficio, i Certosini furono conservatori in questa materia; non c’erano lezioni “storiche” del secondo notturno nell’ufficio certosino. Gli inni erano ammessi nell’Ufficio, sebbene a Lione non ce ne fossero fino a una data tarda. Il lavoro di Guigo si trova nel Dogana Cartusiae; i suoi successori hanno coordinato le successive promulgazioni di capitoli generali in una raccolta nota come statuti dell’Antico (c. 1222), rimasta in vigore fino al 1582, quando una riforma di rito produsse il Ordinario. Tuttavia, il rito ha subito pochi cambiamenti reali. Dal Concilio di Trento al Vaticano II il rito certosino fu in gran parte quello codificato da Guigo.

Massa. Al celebrante di una messa solenne era presente un diacono (non è presente il suddiacono). La messa è iniziata sotto il gradino a lato del Vangelo, dove il celebrante ha cantato il versetto Pone, Domine, ecc., a cui ha risposto il coro, seguito dal Confiteor (forma abbreviata). Introit, Kyrie e Gloria sono stati recitati dal celebrante mentre sono cantati dal coro; dopo la Colletta andò al suo posto al lato dell’Epistola e ascoltò l’Epistola cantata da un monaco del coro; nel frattempo il diacono preparava le offerte. Subito dopo il Vangelo (o Credo), il celebrante si è lavato le mani e ha ricevuto dal diacono la patena e il calice. Mentre la goccia d’acqua viene versata nel calice, ha detto il celebrante Dal costato del nostro Signore Gesù Cristo, del Signore, è uscito sangue e acqua, nel nome del Padre, ecc. Patena e calice sono stati offerti contemporaneamente alla preghiera Nello spirito di umiltà. Il prete poi si lavò di nuovo le mani. Nel frattempo il diacono incensò l’altare, girandogli attorno, facendo oscillare il turibolo per tutta la lunghezza delle sue catene. Durante il Canone il celebrante tendeva le braccia a forma di croce, a meno che non fosse necessario un atto manuale. Il bacio di pace è stato dato con uno strumento. Il diacono comunicava con il sacerdote la domenica e in alcune feste. Dopo aver bevuto le abluzioni, il celebrante ha lasciato il calice per la purificazione del diacono e si è recato all’angolo dell’Epistola per cantare Complendae (Postcomunioni). Non c’era alcuna benedizione o Per favore. La benedizione delle candele, delle ceneri e delle palme avviene dopo le preghiere preparatorie ai piedi dell’altare, ma i certosini non avevano processioni liturgiche.

Ufficio. L’Ufficio Certosino seguiva il modello generale del Breviario monastico, ma le lezioni al Mattutino erano molto lunghe rispetto a quelle di altri monastici

ordini (ad esempio, due o tre capitoli di un libro di Scritture comprendevano le tre lezioni di una notte feriale). Tutto il giorno Hours si concluse con lunghi preliminari feriali prima della Colletta. Il Breviario Certosino, utilizzato solo da coloro che non potevano andare al coro, conteneva brevi lezioni sul modello del moderno Breviario Romano. Semplicità e sobrietà sono le caratteristiche principali della liturgia storica certosina.

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[lc sheppard / eds.]