Il 22 gennaio 1588, Sisto V istituì una Congregazione di riti e cerimonie sacri come parte della sua disposizione sistematica delle congregazioni romane. In poco tempo la distinta Congregazione Cerimoniale assunse la responsabilità del cerimoniale della corte papale e da quel momento la Congregazione dei Sacri Riti rimase praticamente invariata fino alla fine dell’Ottocento.
Il lavoro della Congregazione cadde naturalmente in due categorie: (1) il culto in generale, compresa la supervisione sui riti, la restaurazione e la riforma delle cerimonie, la riforma e la correzione dei libri liturgici, la soluzione delle controversie, la concessione delle feste dei santi; e (2) i processi di beatificazione e canonizzazione. Una volta pubblicati i libri liturgici autorizzati dal Concilio di Trento, la Congregazione non li ha riformati sostanzialmente fino al XX secolo, cosicché la sua attività liturgica è rappresentata principalmente da decreti e risposte alle difficoltà piuttosto che dalla revisione della liturgia.
Per bilanciare la tradizionale preoccupazione della Congregazione per la beatificazione e la canonizzazione, Leone XIII aggiunse due commissioni: (1) la Commissione liturgica (1891) per codificare i decreti passati e consigliare la Congregazione su questioni liturgiche; e (2) la Commissione storico-liturgica (1902) per risolvere le questioni storiche, con particolare riferimento alla eventuale riforma dei libri liturgici. Pio X aggiunse una terza commissione, per la musica ecclesiastica, nel 1904.
Nella riforma generale della Curia di Pio X (1908), la Congregazione dei Riti era ristretta nelle sue competenze alle materie direttamente legate al culto sacro (oltre al culto dei santi, come prima). Le questioni di precedenza e di disciplina dei sacramenti (distinte dal rito dei sacramenti) furono trasferite ad altre congregazioni.
Un ulteriore riorganizzazione fu decretato da Pio X nel 1914. Soppresse le tre commissioni annesse e istituì due sezioni della stessa Congregazione, una per la beatificazione e canonizzazione, l’altra per i riti sacri. Ancora più tardi, Pio XI rafforzò la Congregazione istituendo una terza sezione, storica, nel 1930. Il suo scopo è quello di impegnarsi nella ricerca storica necessaria per i processi di beatificazione e canonizzazione e per l’emendamento dei libri liturgici.
Per riprendere la riforma liturgica avviata da Pio X, Pio XII nel 1948 istituì un nuovo organo annesso alla Congregazione, la Pontificia Commissione per la Restaurazione Generale della Liturgia. Questa commissione ha intrapreso una revisione parziale del Messale Romano, Breviario e Pontificio. La riforma di tutti i libri liturgici di rito romano, decretata il 4 dicembre 1963 dal Concilio Vaticano II, fu affidata da Paolo VI a un nuovo ente, il Consilium per l’attuazione del Costituzione sulla Sacra Liturgia piuttosto che alla Congregazione dei Riti (moto sacra liturgica propria; 25 gennaio 1964). La riforma generale della Curia Romana da parte di Paolo VI nel 1967 ha lasciato la Congregazione dei Riti relativamente inalterata. Nella costituzione apostolica, riti, datata 8 maggio 1969, la Congregazione dei Riti era divisa in due entità separate: la Congregazione per il Culto Divino e la Congregazione per le Cause dei Santi.
Vedi anche: culto divino e disciplina dei sacramenti, congregazione per.
Bibliografia: fr mcmanus, La Congregazione dei Sacri Riti in Studi di diritto canonico della Catholic University of America 352 (Washington 1954). Autorizzati i decreti della Congregazione dei Sacri Riti; 7 v. (Roma 1898-1927).
[fr mcmanus / eds.]