Preziosi, giovanni°

Preziosi, giovanni ° (1881-1945), giornalista fascista e massimo teorico dell'antisemitismo razziale in Italia. Anche prima della prima guerra mondiale, Preziosi, un ex sacerdote, iniziò una crociata per preservare "l'italianità" dagli "intrighi stranieri", principalmente attraverso la rivista da lui fondata nel 1913, La Vita Italiana all' Estero (successivamente rinominato La vita italiana). Nel 1917 Preziosi formò uno dei primi Fasci. Nell'agosto 1920, con un articolo in La vita italiana intitolato "The Jewish International", ha avviato una campagna di odio e calunnia contro ebrei e giudaismo, con lo scopo dichiarato di "inoculare l'antisemitismo nel sangue degli italiani". Preziosi fu un'anomalia sulla scena italiana, anche tra le teste calde fasciste, e più di chiunque altro fu responsabile della preparazione del popolo italiano all'accettazione psicologica del razzismo. L'antisemitismo di * Farinacci e persino * Mussolini era principalmente politico e opportunistico, mentre Preziosi, ispirato dalle proprie fobie, vedeva gli ebrei, sia stranieri che italiani, come nemici oggettivi che si erano "infiltrati" in Italia a tutti i livelli. Nel 1921 fu il primo a pubblicare la versione italiana del Protocolli degli Anziani di Sion, che ristampò nel 1937. Le idee di Preziosi furono la principale ispirazione per il luglio 1938 Manifesto della Razza, che servì come base per la successiva legislazione e discriminazione razziale. Nel 1941 divenne ministro di Stato, sempre alla ricerca del "razzismo integrale" e della completa amicizia con la Germania. Sotto la pressione tedesca Mussolini nominò Preziosi capo dell'Ispettorato per gli affari razziali (Ufficio della Razza) nel marzo 1944, durante l'ultima e più brutale fase del fascismo italiano. Nell'aprile 1945 si suicidò.

bibliografia:

R. de Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo (1961), indice; J. Starr, in: jsos, 1 (1939), 105–24; G. Bedarida, Ebrei d'Italia (1950), indice.

[Emmanuel Beeri]