Levi (bet ha-levi), solomon (iii) ben isaac (ii)

Levi (Bet ha-levi ), Salomone (iii) ben isacco (ii) (1581–1634), rabbino di * Salonicco e uno dei più grandi halakhisti e scrittori di responsa del suo tempo. Il nipote di Salomone (ii) b. Isacco, Salomone si è impegnato nell'insegnamento e nella scrittura sin dalla sua giovinezza. Ha servito come capo del scommettere din della congregazione di Évora a Salonicco nel 1631 ed era a capo della yeshivah della congregazione Eẓ ayyim. Un uomo dai molti talenti, era ben noto come predicatore e poeta, e scriveva anche novelle talmudiche. Delle sue opere sono sopravvissute ai suoi responsa (pubblicati postumi dalla sua vedova; Salonicco, 1652), alcuni corrispondenza, poesie e haskamot. Salomone studiò a casa di suo nonno e suo padre, nonché sotto Ḥayyim Shabbetai, che venerò (era un membro del suo scommettere din). Mantenne stretti legami con i suoi parenti della famiglia Aaron * Sasson, anche dopo il loro trasferimento a Costantinopoli. Parte della sua corrispondenza con Sasson è stata pubblicata da Hirschensohn (vedi bibl.) E quella con il suocero Tam ibn Yaḥya è ancora manoscritta. Fin dalla sua giovinezza, Salomone fu attivo nella vita accademica a Salonicco e ebbe molti discepoli. I suoi responsa e le sue approvazioni compaiono nelle raccolte dei responsa dei suoi contemporanei. Le sue opere hanno ricevuto l'approvazione dei grandi rabbini di Salonicco e delle comunità circostanti, mentre altri gli hanno rivolto le loro domande halakhiche. Era profondamente coinvolto nei bisogni di beneficenza sia degli ebrei di Salonicco che delle istituzioni in Ereẓ Israel, e altrove, e molti degli appelli a lui rivolti sono ancora esistenti.

bibliografia:

Conforte, Kore, 46b; E. Carmoly, Divrei ha-Yamim li-Venei Yaḥyah (1850), 40-41; Ch. Hirschensohn, in: Hamisderonah, 2 (1888), 161, 190–2, 219–23; A. Danon, in: Gerusalemme, ed. di AM Luncz (1906-07), 351-4; idem, in: rej, 41 (1900), 104–5, 257–8, 260–1; M. Wallenstein, in: Melilah, 1 (1944), 55; 2 (1946), 138–40; M. Salsa, in: Sinai, 28 (1950–51), 312–4; È Emmanuel, Maẓẓevot Salonicco, 1 (1963), 262-3, n. 599.

[Joseph Hacker]