Letteratura deutero-paolina

Il termine “Deutero-Paolino” si riferisce alle lettere del Nuovo Testamento che sono incluse nel corpus paolino ma sono ora viste dalla maggior parte degli studiosi critici come prodotti, non dell’apostolo Paolo, ma dei seguaci di Paolo o forse di una scuola paolina. Le lettere così designate sono 2 Tessalonicesi, Colossesi, Efesini e le Epistole pastorali: 1 e 2 Timoteo e Tito. Nei volumi precedenti sono trattati sotto intestazioni individuali (qv), ma in questo articolo sono trattati come un gruppo. Per 1 e 2 Timoteo e Tito, invece, vedi epistole pastorali.

Nel Nuovo Testamento, 2 Tessalonicesi, Colossesi ed Efesini affermano di essere dalla mano di Paolo (2 Ts 1: 1: 2:17; Col 1: 1; 4:18; Ef 1: 1), e la tradizione ha li considerava autentici scritti paolini (ad esempio Policarpo, Giustino, Marcione, Ireneo, Canone Muratoriano, Ippolito di Roma e Tertulliano). Gli studiosi moderni hanno contestato l’autenticità di queste lettere principalmente per i seguenti motivi: le lettere mostrano differenze di stile, vocabolario e teologia rispetto alle lettere paoline indiscusse, e affrontano questioni e situazioni che non corrispondono a quelle della vita di Paolo, ma sembrano per riflettere un periodo successivo. Alcuni studiosi hanno visto nelle lettere deutero-paoline, specialmente in Colossesi ed Efesini, prove di una scuola paolina, forse centrata ad Efeso, che conservò, sviluppò e applicò gli insegnamenti paolini.

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