Judah ben gerim (metà del II secolo d.C.), tanna. Ben Guerim (Bar Giore in aramaico) significa “il figlio di proseliti” (vedere Rashi, Shab. 33b). In Gen. R. 35: 3 è detto che Judah bar Giore andò, insieme a R. Isaac e R. Jonathan, a studiare con * Simeon b. Yoḥai. Nella versione parallela citata nel Talmud babilonese, Judah ben Gerim andò insieme a Jonathan b. Asmai (o Johanan b. Akhnai) per studiare con Simeone, ed entrambi hanno soddisfatto il loro insegnante a tal punto che ha consigliato al figlio di lasciarsi benedire da questi studenti. Quando ha chiesto una benedizione, sembra che lo abbiano maledetto, sebbene Simeone stesso sia riuscito a interpretare le loro parole in una luce positiva (mk 9 a – b). In netto contrasto con questa descrizione idilliaca della calda relazione tra questi due saggi, ci viene detto in un’altra Aggadah (Shab. 33b-34a) che Simeon b. Una volta Yoḥai pronunciò osservazioni critiche contro le autorità romane, e Judah b. Gerim, che udì queste osservazioni, le ripeté ad altri, e così divennero note alle autorità romane, che condannarono a morte Simeone. Simeon è fuggito nascondendosi in una grotta per 13 anni. Secondo questa versione della storia, dopo essere emerso dal suo nascondiglio, vide Giuda per strada. Simeone quindi “posò gli occhi su di lui” e Giuda immediatamente “si trasformò in un mucchio di ossa”. Tuttavia, nelle versioni parallele di questa storia (tj, 9, 38d, Gen. R. 79: 6, pdrk 11:16) Judah ben Gerim non è affatto menzionato, ed è un personaggio diverso su cui Simeone ” occhi “e che subito” si trasformarono in un mucchio di ossa “. S. Friedman ha suggerito, tuttavia, che questa figura fosse intenzionalmente identificata come Judah b. Gerim nella tradizione del Talmud babilonese, a causa del comportamento apparentemente duro e crudele di quest’ultimo nei confronti di Simeone e suo figlio, come descritto in Mo’ed Katan 9b.
bibliografia:
Hyman, Toledot, ii, p. 559.
[Stephen G. Wald (2a ed.)]