JAGEL, ABRAHAM BEN ḤANANIAH DEI GALICCHI (XVI-XVII sec.), Filosofo e scrittore italiano. Ha vissuto a Ferrara, Venezia e Sassuolo, e apparentemente ha servito come tutore privato per ricche famiglie ebree. Era esperto di studi secolari e letteratura cristiana. Di particolare importanza era il suo lavoro Lekaḥ Tov (pubblicato per la prima volta a Venezia, 1595), che successivamente apparve in molte edizioni e traduzioni: latino (Londra, 1679, Lipsia, 1687, Francoforte sull’Oder, 1691, Helmstedt, 1704); Yiddish (pubblicato per la prima volta ad Amsterdam, 1675, una traduzione più libera a Vilna, 1884); e tedesco (Lipsia, 1694, Brunswick, 1759). Scritto sotto forma di un dialogo tra un rabbino e il suo discepolo, e originariamente destinato ai giovani, Lekaḥ Tov è un libro di guida religiosa il cui argomento principale sono i modi per raggiungere la felicità nell’aldilà. Jagel pone la fede, la speranza e l’amore (la carità) come i principali fondamenti della vita religiosa: la fede e la speranza sono da lui viste (come nel cristianesimo) come “un dono dato da Dio alle nostre anime”; l’amore comprende sia l’amore di Dio che l’amore dell’uomo. Jagel discute il peccato e il pentimento ed enumera sette “principali classi di peccato” e, al contrario, sette virtù principali. Nella sua forma e nel suo contenuto, questo lavoro è stato influenzato dai catechismi cristiani del tempo di Jagel, e in particolare dagli scritti dello studioso gesuita Canisio. Nel suo elenco di principi di fede, Jagel seguì * Maimonide, sulle cui opere si appoggiava pesantemente. Le sue opinioni sull’amore dell’uomo sono riportate in dettaglio dal suo contemporaneo Isaiah Horowitz (1565, Sha’ar ha-Otiyyot, svBeri’ot). Jagel ha anche composto una sorta di enciclopedia scientifica, in quattro parti, intitolata Beit Ya’ar Levanon, alcuni capitoli di cui sono stati pubblicati, ma la maggior parte dei quali è esistente solo in manoscritto. Gli altri scritti di Jagel trattano di filosofia religiosa, astrologia, tradizione e legge religiosa e interpretazioni di opere astronomiche. Alcuni studiosi moderni hanno identificato Jagel con l’apostata Camillo Jagel che, nel 1611, fu nominato dai capi dell’Inquisizione censore del libro. Questa identificazione è stata dimostrata falsa da quando gli scritti di Abraham Jagel, anche dopo il 1617, attestano la sua continua adesione al giudaismo.
bibliografia:
S. Maybaum, Abraham Jagels Katechismus Lekach-tob (1892); U. Cassuto, in: ej, 8 (1931), 70–71.