Pontificato: da marzo o aprile 914 a maggio o giugno 928; b. Giovanni da Tossignano, Romagna. Vescovo di Bologna e Arcivescovo di Ravenna, c. Dal 905 al 914. Giovanni doveva il suo ufficio alla famiglia di theophylactus; ma il racconto del liutprando di Cremona, che suggerisce una relazione con l’influente teodora, moglie di Teofilatto, come causa della preferenza di Giovanni, è improbabile. Giovanni era determinato a liberare l’Italia meridionale dai Saraceni, ea tal fine formò un’alleanza tra l’imperatore bizantino Costantino VII, Berengario I (che incoronò imperatore nel dicembre 915) e altri principi italiani. Alla campagna che seguì partecipò lo stesso papa e nell’agosto del 915 i Saraceni erano stati cacciati dalla loro roccaforte sul fiume Garigliano. Durante gli anni difficili del suo pontificato, Giovanni si sforzò di stabilire l’autorità temporale della Santa Sede. Approvò la rigida regola di cluny, appena fondata (910), e promosse la conversione dei Normanni e gli interessi della Chiesa in Spagna e nelle aree slave. Inviò legati al Sinodo di Hohenaltheim (916), che preparò la strada per la stretta unione tra Chiesa e Stato in Germania. Sfortunatamente approvò Hugh, il figlio di cinque anni del conte Heribert, come arcivescovo di Reims per ottenere la liberazione di re Carlo il Semplice, che Heribert teneva in prigione. Durante il suo pontificato si concluse uno scisma tra Roma e Costantinopoli sulla concessione del matrimonio per la quarta volta. Non è chiaro se Giovanni abbia conferito il titolo imperiale a Simeone, zar di Bulgaria (893–927). Il pontificato di Giovanni si è concluso in tragedia. Dopo l’assassinio di Berengario nel 924, il papa strinse un’alleanza con il re Ugo d’Italia, suscitando così l’inimicizia di marozia, figlia di Teofilatto e Teodora. Giovanni fu deposto e imprigionato nell’aprile del 928, e successivamente soffocato per ordine di Marozia.
Vedi anche: mezzelune.
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[S. mckenna]