Il luogo, secondo le idee ebraiche al tempo di Cristo, dove vanno i giusti dopo la morte. Nella parabola del ricco e di Lazzaro (Lc 16.19-31), la ricompensa di Lazzaro dopo la sua morte è descritta in termini di essere “portato via dagli angeli nel seno di Abramo”. Il greco κόλπος, come il suo equivalente ebraico , êq, può significare seno o grembo. Alcuni esegeti intendono il testo nel senso che Abramo ricevette Lazzaro come un padre amorevole gli avrebbe preso in grembo il suo figlioletto o lo avrebbe tenuto stretto al seno (cfr Gv 1.18); altri, che a Lazzaro fu dato un posto d’onore al banchetto messianico, sdraiato alla destra di Abramo (cfr Gv 13.23). Quest’ultima interpretazione appare più probabile, sin dal banchetto
immagine è stata utilizzata nella letteratura rabbinica (vedere G. Kittel, Dizionario teologico del Nuovo Testamento 3: 824–826), e Gesù stesso descrive il Regno di Dio in termini di banchetto escatologico preparato in cima al Monte di Dio (Lc 13.22-29; Is 2.2; 49.12), dove gli eletti si adagiano con Abramo, Isacco e Giacobbe (Lc 13.28-29). A volte, tuttavia, il riposo in Abramo non è correlato a un banchetto e significa una beata felicità goduta con il Patriarca (2 Mc 13.17). La nozione comune dei Padri della Chiesa secondo cui il seno di Abramo designa un luogo di felicità non solo per i cristiani in cielo, ma anche per i giusti dell’AT che lì (nel limbo dei padri) aspettano la venuta del Messia, è estraneo al pensiero ebraico.
Bibliografia: Dizionario enciclopedico della Bibbia, tr. e adattare. di l. hartman (New York 1963), da a. van den nato, Dizionario biblico, 15. ew saunders, ga buttrick, ed., Dizionario degli interpreti della Bibbia, 4 v. (Nashville 1962) 1: 21-22. j. schmid, Lessico di teologia e chiesa, ed. j. hofer e k. Rahner, 10 v. (2d, nuova edizione Freiburg 1957–65) 1: 58–59. w. staerk, Vero lessico per l’antichità e il cristianesimo, ed. t. klauser (Stoccarda 1950) 1: 27–28.
[j. plastaras]