Abba mari ben eligdor

Abba mari ben eligdor (Senza Astruc de Noves or di Sen Negre ; XIV secolo), filosofo francese, astronomo, fisico, talmudista ed esegeta. Nato a Noves vicino ad Avignone, intorno al 14 risiedeva a Salon dove Samuel b. Giuda di Marsiglia studiò astronomia con lui. Nel 1320 quest'ultimo menziona il suo maestro come ancora vivo e molto antico. Secondo la congettura di Perles e Gross, è da identificare con Abba Mari di Salon, che * Kalonymus b. Kalonymus menziona come suo insegnante e la cui confutazione delle opinioni filosofiche contenute in Joseph * Kaspi Sefer ha-Sod è citato da Kalonymus (Responsa 5, 11, 13). Isaac b. Jacob de Lattes afferma nel suo Sha'arei Ẓi yyon che Abba Mari ha scritto commenti su vari trattati del Talmud "combinando l'interpretazione del testo con decisioni halakhiche", nonché un commento al Pentateuco, un'interpretazione esauriente del Pirkei de-R. Eliezere vari trattati di logica, metafisica e scienza. Il commento di Abba Mari a Giobbe (e alla storia della Creazione), che segue lo spirito delle speculazioni filosofico-religiose di Maimonide, è ancora esistente (Mss. In Parma, De 'Rossi, n. 1372, e Roma, Vaticano, n. 244). Ad Abba Mari può essere attribuito anche un commento filosofico al Song of Songs (Neubauer, Cat, 1 (1886), 794, n. 2282 e Ms. Cambridge, Schiller-Szinessy, 215). Potrebbe anche essere l'autore di un commento all '"Introduzione" di Euclide Elementi che si trova all'inizio del Ms. Munich, n. 91. L'affermazione di Graetz secondo cui Abba Mari è stato arrestato a Beaucaire insieme a Samuel b. Giuda di Marsiglia si basa su un malinteso.

bibliografia:

Michael, oppure no. 2 e addendum di Berliner, 610; Renan, Ecrivains, 548–52; Gross, Gal Jud, 380, 389–91, 655, 657; idem, in: rej, 4 (1882), 207; 9 (1884), 59; idem, in: mgwj, 28 (1879), 471; hb, 21 (1881/82), 116 sgg.; Steinschneider, Uebersetzungen, 508, 543 ss .; Munk, Mélanges, p. 489; J. Perles (a cura di), Kalonymos b. Kalonymos, Sendschreiben … (1879), 10-11; I. Lattes, Sha'arei Ẓi yyon, ed. di S. Buber (1885), 76.

[Jakob Naphtali

Hertz Simchoni]