Vescovo siriano e influente teologo monofisita; b. Tahal, Persia, c. 450; d. Philippopolis, Tracia, 10 dicembre 523. Dopo aver studiato a Edessa e rifiutato l’attuale nestorianesimo di quella scuola, Filosseno fu eletto vescovo di Mabbugh (Hierapolis in Siria) da Pietro il Fuller, patriarca di Antiochia, nel 485. Un ardente oppositore di la dottrina del Concilio di Calcedonia, e amico dell’Imperatore Anastasio I, fu umiliato al Sinodo di Sidone (511); ma l’anno successivo riuscì a far destituire molti dei suoi nemici ortodossi dalle sedi vicine e fece installare come patriarca Severo di Antiochia (512-518). Esiliato a Filippopoli dall’imperatore ortodosso Giustino i nel 519, continuò i suoi scritti polemici e ascetici nonostante i rigori della prigionia.
Un autore classico nella letteratura siriana, Philoxenus è onorato come santo e medico dalla chiesa giacobita (monofia). Tra i suoi 80 maggiori scritti esegetici, dogmatici, omiletici e ascetici, sono state pubblicate 13 orazioni sulla vita cristiana, 5 trattati sull’Incarnazione e la Trinità e una raccolta di lettere. Sebbene veemente, il suo monofisismo è più verbale che reale. Aderì alla terminologia precalcedoniana, cirilliana e predicò una cristologia dinamica, che contrapponeva a un supposto dualismo di Calcedonia. Ispirato dalla scuola teologica alessandrina, il suo pensiero era creativo e originale.
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