Zugot

Zugot (ebr. צוּוגֹת; “coppie”; cantare. zug), nome dato alle coppie di saggi responsabili del mantenimento della catena della legge orale da Antigono di * Sokho, allievo di Simeone il Giusto, a Johanan b. * Zakkai. Nelle fonti sono rappresentati come un collegamento tra i profeti e il tannaim (Pe’ah 2: 6; Tosef., Yad. 2:16). Mishnah Avot (1: 4–12) ne menziona cinque zugot. Il primo zug era quello di * Yose b. Joezer e * Yose b. Johanan di Gerusalemme, che fiorì al tempo delle persecuzioni religiose sotto Antioco Epifane (174–164 aC); il secondo, * Joshua b. Peraḥyah e * Nittai (o, secondo alcune versioni, Mattai) l’Arbelite; il terzo, * Judah b. Tabbai e * Simeon b. Shetaḥ, ai tempi di Alexander * Yannai e * Salome Alexandra; il quarto, * Shemaiah e * Avtalyon, che fiorirono al tempo di Erode; il quinto, * Hillel e * Menahem, dopo di che “Menahem uscì ed entrò Shammai” (Ḥag. 2: 2). Secondo una tradizione mishnaica (ibid.), il primo di ciascuno zug era il * av bet din (“eletto secondo al nasi“). R. * Meir ha sostenuto questa tradizione in tutti i casi; ma gli altri rabbini hanno fatto un’eccezione, sostenendo che” Simeon b. Shetaḥ era nasi e Giuda b. Tabbai del tuo morso“(Tosef., Ḥag. 2: 8). Nessuna delle fonti esistenti aiuta a chiarire l’esatto significato di questi titoli o delle funzioni ad essi associate. Tuttavia, la tradizione non deve essere rifiutata, o essere considerata semplicemente come una proiezione dell’organizzazione del scommettere din a Jabneh e Usha. Un’allusione alla doppia nomina nella selezione dei capi delle istituzioni pubbliche all’inizio del periodo asmoneo si trova nella dichiarazione che il sommo sacerdote Johanan nominò zugot per sorvegliare la raccolta delle decime (tj, Ma’as. Sh. 5: 9, 56d). Questi zugot, tuttavia, secondo Geiger (Originale e traduzioni della Bibbia (1857), 116ss., 142, 492), non devono essere identificati con quelli qui presi in considerazione. Allo stesso modo, prima della distruzione del Secondo Tempio, c’erano “due giudici per cause di rapina” a Gerusalemme (Ket. 13: 1), e si fa riferimento a 80 zugot degli alunni di Hillel il Vecchio (tj, Ned. 5: 7, 39a).

La Mishnah (Sot. 9: 9) afferma che “quando Yose b. Joezer di Zeredah e Yose b. Johanan di Gerusalemme morirono, i grapeclusters cessarono”. Il significato di questa espressione non è chiaro, ma di tutte le possibili spiegazioni, quella di una tradizione nel Talmud di Gerusalemme (tj, Sot. 9:10, 24a; e vedere Sot. 47b) è la più plausibile, vale a dire che il differenza tra questo zug e il successore è stato che “il primo ha svolto una funzione amministrativa, mentre il secondo non ha svolto una funzione amministrativa”. Questo a quanto pare significa che mentre la leadership del primo zug, che fiorì prima del dominio degli Asmonei, abbracciò tutte le sfere, quella del successivo zugot era più limitato, essendo condiviso dai re Asmonei. Oltre ai decreti ascritti al zugot (tj, Pes. 1: 6, 27d e vedere Shab. 14b), e le massime etiche e gli aforismi citati nei loro nomi in Avot 1, la Mishnah (Ḥag. 2: 2) menziona un argomento su cui tutti i zugot differivano tra loro: “Yose b. Joezer dice che l’imposizione delle mani [sulla testa di un sacrificio; vedere *Semikhah] non deve essere eseguito [in un festival] [per la spiegazione, vedere Tosef., Ḥag. 2:10; tj, Ḥag. 2: 3, 78a; Strega. 16b], Yose b. Johanan dice che lo è; Joshua b. Perayah dice che non deve essere eseguito, Nittai l’Arbelita dice che lo è; Giuda b. Tabbai dice che non deve essere eseguito, Simeon b. Shetaḥ dice che lo è; Shemaiah dice che deve essere eseguita, Avtalyon dice che non lo è; Shammai dice che non si deve fare, Hillel dice che lo è. “

La questione del perché una disputa avrebbe dovuto persistere per generazioni, in particolare sul tema dell’imposizione delle mani su un sacrificio, senza che sia mai stata raggiunta una decisione definitiva in merito, ha lasciato perplessi gli studiosi. Le varie interpretazioni che sono state suggerite mancano di solide basi. Né c’è sostanza nelle diverse teorie che cercano di spiegare questa presunta “controversia fondamentale” tra i zugot in termini di tendenze e scuole.

bibliografia:

Graetz, in: mgwj, 18 (1869), 20-32; Nero, ibid., 37 (1893), 164–9; A. Buechler, Il Sinedrio di Gerusalemme (1902), 153 e seguenti, 187–93; Zeitlin, in: jqr, 7 (1916/17), 499–517; Frankel, Mishnah, pp. 29–44; Albeck, in: Sion, 8 (1942/43), 165–78; Ch. Tchernowitz, Toledot ha-halakhah, 4 (1950), 141–78; Hallewy, in: Anguria, 28 (1958/59), 154-7; H. Mantel, Studi nella storia del Sinedrio (1961), 1–18; L. Finkelstein, Farisei (1962), indice, sv individual sages.