William of ware

Elencato variamente da Garo, Guarro, Varrone, ecc. (vedere AB Emden, Un registro biografico dell’Università di Oxford fino al 1500 d.C. ), Francescano inglese onorato come Dottore a terra eccellente e acutus ; b. Ware, Hertfordshire, c. 1255–60; d. sconosciuto. Entrò presto nell’ordine e studiò a Oxford, dove commentò il Frasi c. 1292-1294, e forse anche una seconda e terza volta (c. 1300, c. 1305). Era un principiante a Oxford; è controverso se sia mai stato a Parigi, ma alcuni ritengono che fosse un magister rain Là. Una tradizione antica sostiene anche che fosse il maestro di John duns scotus.

Delle sue opere, solo il suo commento al Frasi, composto da circa 230 domande, è noto e di queste solo 25 sono state pubblicate. Circa 55 manoscritti contengono redazioni distinte (probabilmente tre), reportationese abbreviazioni. Martin di Alnwick sembra aver avuto una mano nella seconda redazione. Il commento di William si occupa di molte opinioni di predecessori e contemporanei, in particolare dell’ambiente di Oxford, e il suo atteggiamento critico ha indubbiamente influenzato Scoto e William di Ockham. Un eclettico, Ware si trova spesso a metà tra l’agostinismo e l’aristotelismo, ma propone molte visioni originali. In filosofia rifiuta la teoria dell’illuminazione e accetta la teoria aristotelica della conoscenza, ma con alcune modifiche. Pone una distinzione formale tra essenza ed esistenza; tra entità, verità e bontà; e tra l’anima e le sue facoltà. La materia primaria è un’entità positiva in sé e ci sono solo due forme sostanziali, l’anima intellettiva e la forma della corporeità. William riconosce il primato della volontà e le attribuisce un assoluto autodeterminismo.

La teologia non è una scienza rigorosa, poiché i suoi principi, gli articoli di fede, non sono evidenti. Non è una disciplina speculativa, pratica o affettiva, ma contemplativa. Il suo oggetto è Dio “sotto l’aspetto del bene”, che l’uomo non può conoscere in modo completo, ma solo in una certa misura “sotto la nozione di infinito”. L’unicità di Dio è dimostrabile dalla sola fede, una tesi che ha influenzato Ockham e altri. Nella dottrina della Trinità, Guglielmo segue la spiegazione psicologica proposta da Enrico di Gand. La sua cristologia insegna il primato assoluto di Cristo, ed è stato senza dubbio il primo a introdurre e difendere positivamente l’Immacolata Concezione nelle scuole universitarie.

Bibliografia: fx putallaz, “Misure adottate dall’ordine di Freres Mineurs (Guillame de la Mare e Jean Peckham)”, in Figure francescane: da Bonaventura a Duns Scot (Parigi 1997) 37-50, bibliografia. g. Gal, ed., “La dottrina di William of Ware OFM Philosiphica suggerimenti sintetici” Studi francescani 14 (1954) 155-180; 265–292.

[un. emmen]