UKẒIN (Ebr. עֻקְצִין; “Gambi”), 12 ° e ultimo trattato nell’ordine Tohorot nella Mishnah e nella Tosefta. Non c’è Gemara, sia nel Talmud babilonese che in quello di Gerusalemme. Ukẓin tratta, in tre capitoli, dei problemi di impurità rituale che colpiscono radici, gambi, bucce, gusci, noccioli, ecc., e di impartire l’impurità ai frutti a cui sono attaccati. Questo trattato era considerato uno dei più difficili anche in epoca talmudica (Ber. 20a; Hor. 13b).
Il capitolo 1 distingue prima tra yad (“maniglia”) e shomer (“protezione”), il primo riferito a quella parte del frutto che si tiene quando si mangia il frutto, e il secondo a quelle parti che proteggono il frutto; entrambi sono rilevanti per la questione della purezza rituale. Passa quindi a considerare le radici e gli steli di una grande varietà di frutta e verdura, determinando se (o in che misura) rientrano o meno nei termini di yad e shomer. Il capitolo 2 continua questo argomento, in particolare se i noccioli, i gusci, le bucce e le foglie di involucro devono essere considerati parte del frutto. Verso la fine del capitolo, viene toccato il problema di * hekhsher, cioè la suscettibilità del cibo all’impurità rituale, un argomento trattato in dettaglio nel trattato Makhshirin. Il capitolo 3 continua con l’argomento di hekhsher, introducendo anche la nozione associata di maḤashavah, ovvero l’intenzione di utilizzare i rispettivi alimenti (vegetali o carne) per il consumo umano. Poi c’è una discussione dettagliata di vari casi in cui uno degli elementi, hekhsher or maḥashavah, o nessuno di loro, o entrambi, sono necessari per rendere l’alimento suscettibile alle impurità.
La maggior parte delle leggi in questo trattato si trovano sparse tra gli altri trattati, ad es. Tohorot 1:1–4; 8:9; Tevul Yom 3: 1–3; e Makhshirin. R. Samson of Sens (nel suo commento all’inizio di Tohorot) suggerisce che Ukẓin logicamente precede Tohorot, che continua con l’oggetto di Ukẓincapitolo finale. Le leggi di Ukẓin era noto per essere molto difficile da capire, e quando Rav Judah lo studiava diceva: “vediamo qui le domande di Rav e Samuele”. Nel Horayot 13b è riferito che diversi rabbini si sforzarono di mettere in imbarazzo il nasi Simeon b. Gamaliele sfidandolo a insegnare loro Ukẓin. Se il riferimento è al trattato e non alle singole leggi, dimostra che almeno parti della Mishnah sono state modificate prima di Judah ha-Nasi. Secondo Epstein, Mishnah 3: 2 rappresenta l’opinione rivista di Akiva (cfr. Tosefta 3: 2) e Mishnah 3:10 rappresenta il punto di vista di Meir.
Anche la Tosefta è composta da tre capitoli, ma molti paragrafi, come 2: 1–10 e 3: 6–14, non sono direttamente correlati a nessuna Mishnah; e anche quando c’è una correlazione, l’ordine della Tosefta non corrisponde a quello della Mishnah. Si può notare che il punto di vista di Resh (Simeon b.) Lakish, ponendo Tohorot come il sesto e ultimo ordine della Mishnah, essendo stato accettato (Shab. 31a), Ukẓin appare come l’ultimo trattato di tutta la Mishnah (così come del Talmud e Tosefta). È un argomento insolito con cui concludere la legge orale. Secondo Maimonide, la sua posizione non esprime alcun apprezzamento particolare per questo trattato; al contrario “è stato lasciato alla fine”, dice, “perché si basa su speculazioni rabbiniche, senza alcun fondamento nella Bibbia” (Introduzione a Zera’im). Per dare una chiusura adeguata alla Mishnah, i successivi editori della Mishnah aggiunsero un passaggio aggadico al testo originale di Ukẓin, parlando della grande ricompensa per la pia e divina benedizione della pace, e citando in conclusione Salmo 29:11: “Il Signore darà forza al suo popolo, il Signore benedirà il suo popolo con la pace”. È stato tradotto in inglese da H. Danby in La Mishnah (1934). Per la bibliografia vedere gli articoli principali * Mishnah; * Talmud; * Tosefta.
[Arnost Zvi Ehrman]