Termine (logica)

Un segno da cui viene fatta una semplice proposizione (orale, scritta o mentale). È l’ultimo elemento significativo in cui una frase o proposizione può essere risolta. La proposizione “l’uomo esiste” può essere risolta in due concetti o termini, “uomo” e “esiste”. Questa nozione di termine come elemento ultimo è indicata nell’uso aristotelico di ὅρος (Anale. pr. 24b 16) e l’uso di San Tommaso capolinea (In 1 piaga. 4.2); entrambi hanno il significato primario di limite o estremo e il significato secondario di parte elementare di una proposizione.

Il termine è fondamentalmente diviso in termine mentale, orale e scritto. Tutti e tre i tipi sono segni; significano qualcosa di diverso da se stessi. Il concetto o termine mentale è un segno della cosa; un termine orale o scritto è immediatamente un segno del concetto, ma principalmente un segno della cosa (In 1 piaga. 2.5). I termini orali e scritti, in quanto segni sia strumentali che convenzionali, si distinguono dal termine mentale, che è un segno formale e naturale.

Inoltre, i termini sono i componenti principali di una proposizione semplice, in quanto “l’uomo è giusto”. (Una proposizione composta, come “Se l’uomo è giusto, è gradito a Dio”, è composta principalmente da proposizioni semplici, e queste a loro volta sono composte da termini.)

Una divisione più importante del termine, basata sul modo di significare, è quella in termini univoci, equivoci e analoghi. Un termine univoco è quello che significa le cose in modo divisivo, secondo la loro natura strettamente comune, o che significa le cose rappresentate da uno stesso concetto; ad esempio, la parola “uomo” significa che tutti gli uomini sono identificati in uno stesso concetto di natura umana.

Un termine equivoco è quello che significa le cose rappresentate da diversi concetti essenzialmente diversi e non correlati. In altre parole, un termine equivoco significa diverse cose, non in quanto sono unite sotto un concetto che ha una certa unità – anche un’unità proporzionale – ma in quanto differiscono, ad esempio, “corteccia” per indicare un suono canino e la copertura di un albero. Il concetto di suono e il concetto di rivestimento non hanno nulla in comune se non il nome; il loro contenuto è completamente diverso. vedi equivoco (logica).

Un termine analogo è quello che significa cose rappresentate da un concetto che ha un’unità di proporzione, ad esempio, “sano” in quanto riferito a un animale ea un alimento, ma non significa la stessa cosa in entrambi. È predicato di un animale perché l’organismo possiede la salute; di un alimento, perché ha una relazione causale con la salute che si trova formalmente nell’animale. vedi analogia.

Vedi anche: supposizione (logica).

Bibliografia: giovanni di st. Tommaso, Cursusphilosophici Thomisticus, 3 v. (Torino 1930–37) 1: 7–12, 85–112. j. maritain, Logica formale, tr. io. choquette (New York 1946) 45–50. h. Gre nier, Filosofia tomista, tr. jp o’hanley, 3 v. (Charlottetown, Canada 1948–49) 1: 29–38.

[jf peifer]