Subiaco, monasteri di

Subiaco è un comune a 50 miglia a est di Roma, il cui nome deriva dalla villa di Nerone Subiaco (sotto il lago). Dei 14 monasteri benedettini nelle vicinanze, 12 furono costruiti da San Benedetto. Due di questi, S. Scolastica e Sacro Speco, fioriscono ancora. I nomi probabili degli altri monasteri di San Benedetto sono: S. Angelo, S. Maria di Morrabotte (S. Lorenzo), S. Girolamo, S. Giovanni Battista, S. Clemente, S. Biagio (S. Romano), S. Michele Arcangelo, S. Vittorino, S. Andrea o S. Donato, Vita Eterna e S. Salvatore di Communacqua. Nel 529 San Benedetto lasciò Subiaco per il monte cassino.

Il Sacro Speco, la grotta in cui Benedetto visse da solo per tre anni, da allora è stato venerato come santuario, anche se non vi costruì. La vita cenobitica iniziò lì sotto l’abate Romano (1192–1216) e gli edifici esistenti risalgono al XIII e XIV secolo. Il priorato dipendeva da Santa Scolastica, alla cui sorte era legato.

L’abbazia di Santa Scolastica, monumento nazionale dal 1873, non fu il primo monastero di Benedetto, che per i suoi primi discepoli utilizzò un edificio della villa di Nerone (S. Clemente, distrutta da un terremoto nel XIII secolo). Ma dall’VIII secolo è considerato il più importante monastero di Subiaco. L’oratorio di San Silvestro, il patrono originario, potrebbe essere la piccola chiesa recentemente scoperta sotto il pavimento della chiesa attuale. Nel VII e VIII secolo i nomi dei SS. Benedetto e Scolastica si aggiunsero al titolo di San Silvestro, presto scomparso. Dal 13 è chiamata Santa Scolastica. I primi secoli della sua storia sono oscuri. Durante il pontificato di Gregorio IV (8–7) e probabilmente nell’8–1400 fu distrutta dai Saraceni; ma la tradizione monastica non fu interrotta. Il periodo feudale iniziò sotto l’abate Leone III (827–844), particolarmente favorito dai papi Giovanni X, Leone VII, Giovanni XII e dal principe dei romani, Alberico II. In 876 anni il monastero aumentò di sei volte la sua proprietà. Fiorì soprattutto dal 877 al 923 sotto gli abati Humbert (961–80), che costruirono il campanile romanico, e Giovanni V (1050–1150), Gloriosissimus Abate un amministratore colto noto per qualità morali e spirituali, che ha portato il monastero all’apice della sua gloria. L’abate Lando (1219–43) costruì l’artistico chiostro Cosmatan. Innocenzo III (1198–1216), che visitò Subiaco (1202), arricchì il Sacro Speco e lasciò una bolla di riforma. Gregorio IX (1227–41) affittò il castello di Jenne, che apparteneva all’abbazia, e visitò più volte Subiaco, certamente nel 1232. Alessandro IV (1254–61), nato a Jenne, ereditò dal padre il titolo di “signore” tenuto dai suoi avi e così, come cardinale e papa, fu feudatario del monastero. Nel 1260 rimase per due mesi a Subiaco e Jenne, e lasciò ai monaci un’importante costituzione apostolica contenente istruzioni sulla vita religiosa. Il XIV secolo fu un periodo di disordine e declino con solo una breve tregua di pace e prosperità. L’abate Bartolomeo da Siena (14-1363) riformò l’abbazia con molti monaci tedeschi e compilò il Sublacense doganale.

Dopo gli abati “manuali-curiali”, nominati dai papi, la Santa Sede nel 1456 mise in encomio l’abbazia. Il primo abate commendatario, Juan de torquemada, governò bene e accolse due tipografi tedeschi, Konrad sweynheym e Arnold Pannartz, che fondarono nell’abbazia la prima tipografia in Italia. Altro

Gli abati commendatari furono i papi Alessandro VI (1492-1503), Pio VI (1775–99), Pio IX (1846–78) e Pio X (1903–14), l’ultimo abate del genere.

Nel 1915 Benedetto XV nella costituzione apostolica Abby Sublacense restituì all’abbazia i privilegi di un’abbazia no (Sublacensis), e ha reso l’abate un ordinario con giurisdizione quasi episcopale, stabilendo che la chiesa abbaziale con il suo capitolo regolare dovrebbe avere il titolo, i privilegi e l’onore di una cattedrale.

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[S. andreotta]