Bezem, naftali (1924–), pittore israeliano. Nato a Essen, in Germania, figlio minore di una famiglia di immigrati ebrei polacchi, Bezem è immigrato in Eretz-Israel con l’assistenza di * Youth Aliyah. I suoi genitori sono stati assassinati ad Auschwitz. Nel 1943 Bezem iniziò i suoi studi presso l’Accademia di Arte e Design Bezalel a Gerusalemme sotto la guida di Mordecai * Ardon, che adottò come figura paterna. Più tardi lo stesso Bezem divenne un insegnante nell’istituto. Nel 1949 si recò con la moglie, Hannah Liberman, a Parigi e studiò al Centre d’Art Sacre, una scuola d’arte cattolica specializzata in arte sacra moderna. Nel corso degli anni Bezem ha tenuto molte mostre personali e ha prodotto una serie di rilievi per edifici pubblici, dipinti murali, vetrate e arazzi. Nel 1975 suo figlio maggiore fu assassinato in un attacco terroristico nella piazza Sion di Gerusalemme. Bezem ha diviso la sua vita tra Israele e Svizzera.
L’arte di Besem è stata molto coinvolta nella storia di Israele. Alcune delle sue opere d’arte si trovano in istituti ufficiali dello Stato di Israele, come il dipinto del soffitto nella residenza del presidente a Gerusalemme e il rilievo in metallo al Memoriale dell’Olocausto di Yad Vashem a Gerusalemme. Nel suo stile simbolico ha integrato i contenuti ebraici e sionisti con i requisiti formali di questi istituti.
Negli anni Bezem ha ideato un linguaggio simbolico. Il pesce decapitato oppure gallo erano simboli di espiazione e nel contesto dell’Olocausto servivano come simbolo della vittima sacrificata. Barche a remi erano il mezzo di trasporto con cui era arrivato in Israele; il movimento in avanti simboleggiava il progresso con la barca un dispositivo di protezione. Il leone era il suo simbolo caratteristico per gli oggetti ebraici e pietre rappresentava una città vecchia su cui è costruita una nuova città. Il Candele del sabato simboleggiava la felicità della sua infanzia e le candele di sua madre ma anche la luce che si spegneva quando suo figlio morì.
Per diversi anni dopo la morte di suo figlio Isacco, Bezem, il padre in lutto, si dedicò al tema del sacrificio di Isacco (il *Akedah). In questi dipinti ha creato un’analogia tra il sacrificio del padre e il sacrificio del figlio, senza un ariete per la redenzione.
bibliografia:
Z. Amishai-Maisels, Naphthali Broom (1986).
[Ronit Steinberg (2a ed.)]