Primo vescovo del Brasile; b. Evora o Setubal, Portogallo, c. 1496; d. Alagoas, Brasile, giugno 1556. Sardinha era un compagno di studi di Ignazio di Loyola all’Università di Parigi nel 1525. Nel 1529 fu nominato cappellano della chiesa di San Sebastiano sull’isola di Madeira. Successivamente fu nominato cappellano a Lisbona e infine predicatore reale a Oporto. Nel 1545 fu inviato a Goa come decano della cattedrale sotto il famoso governatore, João de Castro. Poco dopo è stato vicario generale della diocesi, noto per il suo interesse per la colonia ma soprattutto per il suo stretto controllo sul clero e per la sua calda amicizia con i gesuiti. Alla morte del governatore (1548), Sardinha tornò in Portogallo, dove riprese gli studi di diritto canonico all’Università di Coimbra.
Il Brasile era stato sotto la giurisdizione dell’Ordine di Cristo fino al 1514, e poi sotto il vescovo di Madeira fino al 1551, quando la Santa Sede per bolla Chiesa militante sugli occhiali del 25 febbraio 1551, eresse la diocesi di Salvador (Bahia). Sardinha fu nominato il primo vescovo con effettiva giurisdizione sull’intera colonia. Arrivò a Salvador il 22 giugno 1552, solo per trovarsi deluso e disgustato dalla bassa moralità dei suoi 1,000 abitanti, dalle povere condizioni di vita e dalla piccolezza della sua città. Ben presto fu nei guai con il governatore e con i gesuiti. In generale, la radice del problema era il contrasto dello spirito del Rinascimento con quello della Controriforma. Non gli piaceva il sistema di adattamento dei gesuiti e chiedeva che gli indiani avessero almeno una facciata della cultura europea prima di essere battezzati. Questo non vuol dire che Sardinha non abbia adempiuto ai suoi doveri episcopali, come li intendeva. Era zelante nelle sue visite alla sua chiesa e testardo nella sua condanna di cattiva condotta anche nel figlio del governatore, Alvaro da Costa. Ha avuto problemi, tuttavia, con il capitolo della cattedrale. La vicenda raggiunse il culmine quando ferì due chierici che gli avevano disobbedito e quando scomunicò le autorità civili che si erano schierate con il suo capitolo contro di lui. Aveva costruito una residenza episcopale e iniziato la costruzione di una cattedrale quando il re nel 1555 nominò un vicario generale per la diocesi e chiamò Sardinha casa. Nel giugno 1556 partì; ma la sua nave naufragò vicino ad Alagoas, e il vescovo e una trentina di compagni furono catturati dai Caeté, che erano cannibali. Sardinha, riservata agli ultimi, morì eroicamente, incoraggiando e confortando i suoi compagni. Sardinha era un pastore zelante e un eccellente predicatore, e amava lo sfarzo liturgico. Iniziò il primo seminario primitivo in Brasile e scrisse il primo “regimento” per il clero della sua diocesi.
Bibliografia: P. van der vat, Principi della Chiesa in Brasile (Rio de Janeiro 1952). m. de azevedo, “Il primo Vescovo del Brasile”, Rivista dell’Istituto Storico e Geografico della Baia 11 (1904) 83–97. g. schurhammer, “Nuovi documenti su M. Pedro Fernandes Sardinha, primo vescovo del Brasile”, Giornale di filologia della storia 2 (Rio de Janeiro 1932) 317–322.
[t. beal]