Prelato, controverso ecclesiastico e politico, rivale e oppositore del cardinale mazarin; b. Montmirail, 20 settembre 1613; d. Parigi, 24 agosto 1679. Paul, così come altri figli di De Gondi, fu istruito da Vincent de Paul. Contro le sue inclinazioni, Paolo è stato contrassegnato per il sacerdozio in tenera età, ricevendo una bancarella di canonici a Notre Dame quando aveva 13 anni. La sua intelligenza e l’eccellente istruzione furono attestate quando all’età di 18 anni pubblicò un libro intitolato L’Evocazione del racconto Jean-Louis de Fièsque, che ha rivelato il suo amore per gli intrighi. Il suo successivo sostegno al conte di Soissons nelle sue trame contro Richelieu indicava la svolta che avrebbe preso la sua carriera.
Carriera ecclesiastica. Nel 1643 fu nominato coadiutore di suo zio, l’arcivescovo Gondi di Parigi, e fu consacrato arcivescovo titolare di Corinto. Come coadiutore di Parigi ha continuato le sue attività politiche, è diventato il potere dietro la Fronda e ha apertamente patrocinato il partito giansenista. Sperava di soppiantare il cardinale Jules Mazzarino, e così i due ecclesiastici furono coinvolti in reciproche ostilità per circa 20 anni. Nella gara con Mazzarino, ha mostrato la sua “bella mano italiana”, dilettandosi in tattiche machiavelliche, intrighi e incontri clandestini, e facendo appello alle emozioni dei parigini, con i quali era molto popolare. Nonostante il suo eccessivo coinvolgimento in politica, l’opposizione di Retz a Mazzarino lo rese caro a Papa Innocenzo X, che gli offrì nel 1650 l’opportunità di diventare cardinale. I suoi sforzi per ottenere l’approvazione del tribunale francese per il cardinalato lo hanno costretto a una temporanea riconciliazione con Mazzarino. Questo Retz ha ottenuto schierandosi con Mazzarino contro il principe Louis II de Condé, leader della Fronda, che stava premendo per una prova finale di forza con la corona. Il 21 settembre 1651, le azioni di Retz diedero frutti; il consiglio, sotto il controllo di Mazzarino, approvò la sua nomina a cardinale.
L’attesa fedeltà di Retz nella faida con Condé non era imminente, poiché ora riprendeva la sua opposizione a Mazzarino nonostante il fatto che continuasse a insultare Condé a corte. Le cose andarono al culmine quando Mazzarino fu temporaneamente esiliato per placare la Fronda e la popolazione. Al suo ritorno alla fine del 1652, Mazzarino divenne più potente che mai; ha spezzato il potere della Fronda e si è rivolto a Retz. All’ambizioso cardinale de Retz fu offerto il posto di rappresentante a Roma, una sorta di esilio salva-faccia, ma tardò troppo a prendere una decisione e Mazzarino lo fece incarcerare il 19 dicembre 1652. Gli anni della prigionia di Retz paradossalmente si sono rivelati due anni molto importanti della sua vita. Durante quel periodo, mentre languiva nelle segrete di Vincennes, fu difeso da Papa Innocenzo X, che sapeva che era stato il collega di Retz, Mazzarino, ad averlo imprigionato. Innocenzo X esortò Luigi XIV a liberare Retz, ma intanto deferì la questione al Collegio cardinalizio. Le proteste dei vescovi francesi e di Roma non riuscirono a spostare Mazzarino, che ora era saldamente stabilito al potere. Mazzarino a un certo punto ha offerto a Retz la libertà se si fosse dimesso da coadiutore di Parigi, un’offerta che Retz ha rifiutato, dicendo che avrebbe preferito morire in prigione piuttosto che dimettersi. Il cardinale imprigionato divenne oggetto di una nuova controversia tra Mazzarino e i giansenisti, che espressero simpatia per Retz. La situazione cambiò radicalmente quando il 21 marzo 1654 morì l’arcivescovo di Parigi e Retz divenne automaticamente arcivescovo. Retz fu quindi sollecitato da Luigi XIV a dimettersi e gli fu offerto in compenso il reddito di sette abbazie che fruttarono 120,000 lire. Retz si è dimesso ma Innocenzo X ha rifiutato di accettare le dimissioni sapendo che era sotto pressione.
L’8 agosto 1654 Retz riuscì a evadere dalla prigione ea fuggire in Spagna. Il papa ha approvato la sua fuga e gli ha assicurato la sua protezione. Mazzarino, d’altra parte, ordinò il risistemazione di Retz e prese provvedimenti per privarlo della sede arcivescovile di Parigi, ma papa Innocenzo X nel novembre del 1654 ricevette il cardinale esiliato con tutti gli onori a Roma. Retz ha poi ritirato le sue dimissioni dalla sede di Parigi e si è stabilito a Roma, da dove ha assalito Parigi con lettere che sono state pubblicamente bruciate da Mazzarino. Mentre era a Roma tra il 1654 e il 1662 Retz continuò ad occuparsi di affari ecclesiastici e di politica europea.
L’anno scorso. Dopo la morte di Mazzarino il 9 marzo 1661, Retz desiderava tornare in Francia, ma Luigi XIV rifiutò di riceverlo a meno che non si dimettesse dall’arcivescovado di Parigi. Questo ha fatto nel 1662; ha poi ricevuto le entrate di cui sopra e ha preso residenza presso l’Abbazia di Saint-Denis. La sua carriera divenne quella del fedele servizio a Luigi XIV, specialmente nei rapporti di quest’ultimo con la Santa Sede. Riuscì a scongiurare condanne e scomuniche derivanti dalla controversia gallicana. Come cardinale, si recò a Roma per tre conclavi, quelli che elessero Clemente IX nel 1667, Clemente X nel 1670 e Innocenzo XI nel 1676. Retz ricevette otto voti nell’ultimo conclave citato. Gli ultimi quattro anni della sua vita hanno dato prova di una straordinaria conversione spirituale. Nel 1675 divenne penitente presso il monastero benedettino di Saint-Mihiel, e nello stesso anno rassegnò le dimissioni cardinalizie. In una lettera al papa affermava che, diventando monaco a Saint-Mihiel, desiderava riparare al danno arrecato alla Chiesa dalla sua condotta malvagia in passato. Papa Clemente X rifiutò le sue dimissioni, ma Retz rimase in isolamento a Saint-Mihiel per tre anni, lasciando a malapena il monastero. Ha trascorso l’ultimo anno della sua vita a Saint-Denis. Negli ultimi anni ha fondato un istituto per ragazze annesso alle Dame della Carità. Ha anche completato il suo Memorie, una preziosa fonte di informazioni sulla corte e sulla vita ecclesiastica del suo tempo.
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