Profeti, vite di

Profeti, vite del, nome dato a uno dei pochi esempi di antichi scritti agiografici ebraici (un altro esempio è il "Martirio di Isaia"). Sebbene nella sua forma attuale il libro contenga alcuni elementi cristiani, vi è un consenso generale tra gli studiosi sull'antichità e sul carattere ebraico fondamentale dell'opera. Molte delle tradizioni, come quella della morte di Isaia per mano di Manasse, trovano eco nella letteratura ebraica apocrifa e rabbinica (vedi anche Martirio di * Isaia).

Il testo principale è conservato in greco. La versione greca rientra in quattro revisioni, due attribuite a Epifanio di Cipro (da cui il titolo "Pseudo-Epifanio" a volte dato a quest'opera), una a Doroteo e una anonima. La recensione anonima deve essere trovata nel Codex Morchalianus (Codex q della Settanta). È generalmente considerata la più antica forma esistente del lavoro. Alcune delle altre recensioni, in particolare quella attribuita a Dorotheus, sono molto espanse, e contengono le vite di varie figure del Nuovo Testamento, apostoli e così via. Le "vite dei profeti" sono conosciute anche in traduzione in un certo numero di chiese orientali. Ci sono varie forme siriache del libro che sembrano tutte essere sviluppi di un'unica traduzione originale dal greco. Sebbene sia attribuito a Epifanio, Nestlé e Schermann erano dell'opinione che la forma delle "Vite" siriache contenuta nel Codice Syrohexaplar rappresenti una traduzione diversa, ma questa è negata da Torrey. Le "Vite" esistono anche in armeno, in una serie di forme, ma di questa versione si sa poco. La maggior parte degli studiosi considera il greco originale, sebbene Torrey abbia postulato un originale ebraico per il libro.

La recensione di q contiene le vite di Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele, seguite dalle vite dei Dodici Profeti Minori. Questi sono seguiti dalle vite di Nathan, Ahijah, Joed (identificato con il profeta anonimo che è menzionato in i Re 13), Azariah (figlio di Oded - II Cron. 15: 1ss.), Zaccaria b. Jehoiada (ii Cron. 24: 20–22; cfr. Matt. 23:35; Luca 11:51), Elia ed Eliseo. Alcune di queste "vite" sono piuttosto estese e contengono molte tradizioni di carattere extra-biblico che toccano le circostanze della nascita, degli atti o della morte del profeta in questione. Altri sembrano essere limitati ai minimi dettagli del luogo di nascita e morte. Le tradizioni contenute in queste brevi narrazioni sono di notevole interesse. Alcuni di loro si trovano in altre fonti, altri sono esistenti solo nelle "Vite". È plausibile che le "Vite" conservino riferimenti a documenti apocrifi perduti o almeno tradizioni in comune con essi. Il carattere popolare di molte delle tradizioni si aggiunge anche al loro interesse. Le "Vite" abbondano di nomi geografici, non tutti identificabili.

bibliografia:

E. Nestlé, Marginalia e materiali (1893), 1–64, 2a paginazione; T. Schermann, Profeti e leggende degli apostoli (1907); la stessa cosa; Vita del profeta Fabulosae ... (1907); CC Torrey, Le vite dei profeti (Gr. E Ing. 1946).

[Michael E. Stone]