Philo (Pseudo- ) o LIBRO-costoso Nuovo ANTIQUITATUM , attribuzione convenzionale e titolo di una traduzione latina di una delle prime cronache ebraiche. Con ampie omissioni, modifiche e aggiunte, la cronaca racconta la storia biblica da Adamo alla morte di Saul (l’archetipo ha perso la sua fine e quanto seguito rimane incerto). La lunghezza del lavoro rende impraticabile elencarne le principali innovazioni; per uno schema vedere L. Cohn e G. Kisch (vedi bibl.). Il periodo fino all’Esodo è trattato brevemente; le aggiunte e le omissioni sono così distinte da quelle dei * Jubilees che è stato suggerito che Pseudo-Philo stesse correggendo e completando quel libro. Particolarmente degni di nota sono il racconto stranamente comprensivo di Balaam, il testamento apocalittico di Mosè, le revisioni di Giosuè 22: 7ss. e Giudici 17-21, le nuove carriere del primo giudice (chiamato Kenez, come in Giuseppe Flavio antichi) e il suo successore Zebul, l’installazione di Eli da parte di Fineas, la sua ascensione (per tornare come Elia) e ulteriori preghiere, discorsi e visioni, ecc.
Il titolo Antiquitatum Biblicarum gratuito è probabilmente una tarda assimilazione dell’opera storica di “Filone” a Giuseppe Flavio antichi. L’autore (ebreo, non cristiano) non adotta alcuna maschera pseudepigrafica. Probabilmente viene dalla Palestina, non dalla Diaspora, ed è totalmente privo di allusioni classiche. L’attribuzione del manoscritto a Filone d’Alessandria è impossibile.
Antiquitatum Biblicarum gratuito di solito è datato poco dopo il 70 d.C., l’argomento più forte è la previsione di Mosè (19: 7) che il Primo Tempio sarebbe stato distrutto il 17 del 4 ° mese; è plausibile, anche se non inevitabile, che ciò presupponga la cessazione del Tamid (“l’offerta quotidiana”) in quella data nel 70. Una tale data si adatterebbe ai paralleli linguistici con ii * Baruch e iv * Esdras, ma il Antiquitatum Biblicarum gratuito è dimostrabilmente la fonte da cui gli altri due hanno preso in prestito. Il testo biblico ebraico dello pseudo-filone, inoltre, suggerisce una data anteriore almeno per gran parte del materiale. Alcune letture dei Settanta, Proto-Lucianica e Palestina sono state notate da studiosi precedenti, ma il loro numero è di gran lunga maggiore. Che il traduttore, influenzato da qualche forma di Bibbia greca, abbia sostituito il suo testo con quello dello Pseudo-Filone è impossibile, poiché tali letture si verificano sia in allusioni passeggere che in lunghe citazioni. Più probabilmente, l’autore stesso ha usato una forma di testo ebraico notevolmente premasoretica: fino a che punto avrebbe potuto farlo? Ulteriori indicazioni della data sono inutilizzabili fino a quando non viene spiegato il sistema cronologico.
Pseudo-Philo sembra integrare le Cronache con una storia principalmente sulla leadership cultuale e nazionale di Israele dall’Esodo fino a Davide. Il suo vero scopo non è chiaro, soprattutto perché manca la fine. Il lavoro è solitamente considerato come una raccolta aggadica casuale, con qualche scopo educativo o pio non specificato, e il fatto che molte aggiunte abbiano paralleli altrove suggerisce che non tutte le Aggadah è stato creato de novo. La sua importanza sta nel fatto che è una delle più antiche opere midrashiche sostanziali esistenti. A. Spiro lo espone come un tentativo sistematico di sostituire la storia canonica dei tempi pre-davidici con una versione apter per la polemica anti-Tobiade e anti-Samaritana. L’anti-Tobiadismo può essere immaginario; un certo anti-samaritanesimo è certo (ci sono anche parallelismi intriganti con le successive cronache samaritane), ma se questo controlli l’intera composizione è discutibile e il motivo delle omissioni non è ancora chiaro.
Le affinità nella teologia e nel vocabolario di Pseudo-Filone necessitano di studio; “ellenismo ebraico mistico” e “gnosi essena” non sono caratterizzazioni troppo utili. Una coincidenza (23: 2) con Jubilees-Qumran alla data della Festa delle Settimane potrebbe essere importante per identificare il suo background e la sua prassi; ma altri indicatori analoghi non sono stati ancora rilevati.
L’opera sopravvive in tutto o in parte solo in una ventina di manoscritti tardo latini, ma è più antica, essendo stata tradotta (dal II al IV secolo d.C.) via greco dall’ebraico. Non sopravvivono tracce chiare né del greco né dell’ebraico; la forma ebraica in Cronache di Jerahmeel è stato retrovertito da un importante manoscritto latino perduto. Stranamente l’opera sembra essere stata sconosciuta ai * Padri della Chiesa. Dopo le prime stampe, Antiquitatum Biblicarum gratuito fu quasi completamente trascurato fino al 1898. Tra gli scrittori ebrei fino a questo periodo era noto solo ad Azariah de * Rossi. Il lavoro di emendamento, iniziato da MR James e L. Ginzberg (Le antichità bibliche di Filone, 1970), può essere sistematicamente perfezionato e stabilito un testo critico. Gran parte del lavoro (inclusi dati cronologici e nomi propri presumibilmente importanti per gli scopi di Pseudo-Philo) è ancora oscuro, sebbene non sia irrimediabilmente corrotto.
bibliografia:
MR James (ed. E tr.), Antichità bibliche di Filone (1917; ristampato nel 1971, con un lungo prolegomena di LH Feldman che corregge e integra James su molti punti); L. Cohn, in: jqr, 10 (1898), 277–332; G. Kisch (a cura di), Liber Antiquitatum Biblicarum di Pseudo-Philo (1949); Ginzberg, Legends, 7 (1938), 537–9; A. Spiro, in: paajr, 20 (1951), 279–355; LH Feldman, Borsa di studio su Filone e Giuseppe Flavio (1937-1962) (1963); M. Delcor, in: dbi, supplemento 7 (1966), 1354–75.
[John Strugnell]