Scolastico francescano (Petrus Thomae); b. probabilmente a Compostela o nelle vicinanze, c. 1280; d. c. 1340. Pietro era lettore al francescano studio generale di Barcellona qualche tempo dopo il 1317 (più probabilmente dopo il 1322), e sembra aver continuato a insegnare fino al 1333. In quell’anno divenne penitenziario apostolico ad Avignone. Non si sa nulla di lui dopo il 1336 sebbene alcuni scrittori più anziani, confondendolo con il carmelitano, San Pietro Tommaso († 1366), vescovo di Patti in Sicilia, affermarono che finì i suoi giorni da vescovo.
Si sa che almeno nove opere di teologia e filosofia provengono da Peter Thomae. Del suo Frasi esiste solo una relazione del primo libro. Questo è seguito dal suo L’intelligibile; nove domande sullo status ontologico delle idee sia nelle creature che in Dio, forse una risposta a un’opera di titolo simile di William di Alnwick. Le 15 domande (inedite) sull’essere (Di entità ) sembrano essere semplicemente la prima parte di un lavoro sui trascendentali in generale; difende la dottrina di Scoto dell’essere, dell’analogia e dell’univocità e presta una certa attenzione agli attacchi a riccardo di conington. Peter rivela di nuovo il suo debito con Duns Scoto in due lavori sulle formalità sulla distinzione formale e sulle sue applicazioni. Entrambi sembrano aver portato a Peter una notevole fama nel tardo Medioevo. Il Lahey, una delle sue opere successive, è incompleta nell’unico manoscritto esistente (a cura di MR Hooper e EM Buytaert, St. Bonaventure, New York 1957). Mentre l’ultimo lavoro filosofico di Peter è stato il Unità minore, ci sono prove considerevoli che abbia scritto un commento su Aristotele Metafisica e forse sul Fisica.
Nel campo della teologia, Pietro ha scritto l’opera esegetico-morale “On the Christian Rich Man”, così come la più importante Il libro originale della Virgin sull’innocuità. Questa è la prima vasta difesa dell’immacolata concezione dopo quelle di Duns Scoto e di Pietro aureoli (entrambi fonti primarie per il ragionamento teologico); contiene il primo serio sforzo per trovare un sostegno positivo alla dottrina della Sacra Scrittura. Sfortunatamente, l’opera non esercitò una vera influenza fino a 50 o più anni dopo la sua comparsa quando fu utilizzata da Pietro di Candia (in seguito antipapa Alessandro V), Andrea di Neufchâteau, Giovanni Vitalis e Giovanni di Segovia.
Ai suoi tempi, Peter Thomae fu definito “un grande scozzista” e gli furono dati i titoli Dottore vigoroso e invincibile, guadagna e sereno. È visto oggi come un fedele discepolo del Dottore Sottile, importante per i suoi chiarimenti sulla sintesi scotista (vedi scotismo).
Bibliografia: É. buytaert, “The Scholastic Writings of Petrus Thomae”, in j. auer e h. volk, eds., Teologia passata e presente (Monaco di Baviera 1957). ponti gg, Identità e distinzione in Petrus Thomae OFM (St. Bonaventure, N.Y. 1959). a. maieru, “Logica e Teologia Trinitaria ne Commento Alle Sentenze Attributo a Petrus Tomae,” in j. jolivet, z. kaluza, and a. de libera, eds., Varietato: Hommage a Paul Vignaux, 1904-1987 (Parigi 1998), 177–198. io. brady, “Gli ultimi anni di Petrus Thomae”, in Studia Mediaaevalia et Mariologica (Roma 1971), 249–257.
[ic brady]