Libertas

Lettera enciclica di Papa Leone XIII sulla libertà umana, emessa il 20 giugno 1888. In quello che è in effetti un trattato filosofico in miniatura sulla natura della libertà umana, Leone esaminò le cosiddette "libertà moderne" e emanò alcune direttive pratiche agli europei, soprattutto francesi, cattolici.

Il XIX secolo aveva visto l'ascesa della filosofia politica ed etica che venne chiamata liberalismo. Spesso indicata come liberalismo continentale o europeo (per distinguerlo dall'uso americano più recente), questa filosofia incarnava la negazione di qualsiasi autorità divina e il rifiuto di accettarla come legge o norma della volontà umana. Così, nelle parole di Leone, "Ciò a cui mirano i naturalisti o razionalisti in filosofia, che i sostenitori del liberalismo ... stanno tentando nel dominio della moralità e della politica. La dottrina fondamentale del razionalismo è la supremazia della ragione umana, che ... proclama la propria indipendenza e costituisce esso stesso il principio supremo e la fonte e il giudice della verità. Quindi, questi seguaci del liberalismo negano l'esistenza di qualsiasi autorità divina a cui è dovuta l'obbedienza, e proclamano che ogni uomo è la legge a se stesso; da cui deriva quel sistema etico che definiscono moralità indipendente, e che sotto le spoglie della libertà, esonera l'uomo da ogni obbedienza alla legge di Dio e sostituisce una licenza illimitata "(par. 19).

Opponendosi a questa dottrina, Leone spiega la libertà umana come mai è stata "amata dalla Chiesa cattolica". Distingue tra la libertà naturale, che appartiene all'uomo in quanto dotato di intelligenza, e la libertà morale, che consiste nello scegliere solo quel bene che è conforme al giudizio della ragione. Si occupa principalmente della libertà morale. Poiché l'intelletto e la volontà dell'uomo sono difettosi, la legge è moralmente necessaria come guida per la conoscenza di ciò che è oggettivamente ragionevole e irragionevole. Ma la legge deve essere compresa adeguatamente. Quindi, la legge naturale e la legge umana (civile) vengono analizzate. La loro fonte è nella legge divina, che in ultima analisi è "l'unico standard e regola della libertà umana" (paragrafo 10). La vera libertà morale, quindi, richiede la sottomissione all'autorità di Dio che comanda il bene e proibisce il male.

Come aveva già fatto in altre occasioni, Leone discute le quattro principali "libertà moderne": libertà di culto, di parola e di stampa, di insegnare l'errore e di coscienza. Il suo scopo è distinguere tra elementi buoni e cattivi in ​​queste libertà. La Chiesa approva il bene e condanna il male.

L'ultima parte dell'enciclica commenta indirettamente la situazione in Francia, dove esisteva una disputa tra cattolici conservatori e progressisti. La disputa era tanto politica quanto dottrinale, e il papa ha incoraggiato gli uomini di entrambe le parti a trovare un equilibrio, sottolineando che la Chiesa accetta qualsiasi forma di governo che promuove veramente il bene comune e che i cattolici dovrebbero prendere parte in pubblico affari.

Bibliografia: Giornale della Santa Sede 20: 593–613, contiene il testo latino ufficiale.

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