Husserl, edmund gustav albrecht (1859-1938), filosofo tedesco, fondatore della filosofia fenomenologica. Husserl è nato a Prossnitz, Moravia (allora parte dell’Austria). Studiò matematica, fisica e astronomia presso le università di Lipsia, Berlino e Vienna, dove nel 1883 completò il dottorato in matematica con Leo Koenigsberger. Nel 1886 Husserl si convertì al protestantesimo, come molti altri accademici ebrei in Germania e in Austria a quel tempo. Questa conversione era di natura strettamente formale. Mentre viveva a Vienna, Husserl, sotto l’influenza del filosofo Franz Brentano, si dedicò sempre più alla filosofia. Nel 1886 divenne assistente dello psicologo-filosofo Karl Stumpf a Halle e nel 1887 iniziò a insegnare filosofia all’Università di Halle. Successivamente insegnò nelle università di Gottinga e Friburgo, ritirandosi nel 1929. Gli ultimi anni della sua vita, trascorsi a Friburgo, furono offuscati dagli eventi politici in Germania in generale e, in particolare, dalla slealtà filosofica e politica di Martin Heidegger, su cui aveva riposto le sue speranze e che aveva suggerito come successore alla sua cattedra.
La fenomenologia filosofica, che Husserl chiamava anche fenomenologia costitutiva o fenomenologia trascendentale, è uno studio sistematico della coscienza da un punto di vista specifico. In psicologia, nella misura in cui si occupa di coscienza, gli atti e gli eventi della coscienza sono considerati come eventi accanto ad altri eventi, sia organismico-somatici che extra-organismici, ai quali si trovano in molteplici relazioni di dipendenza causale o funzionale . Nella fenomenologia, al contrario, gli atti di coscienza sono considerati strettamente ed esclusivamente sotto l’aspetto della loro funzione presentazionale. Qualunque cosa incontriamo, concepiamo e affrontiamo, ci appare, attraverso atti di coscienza, come ciò che ci sembra ed è per noi. Questa considerazione vale per quanto riguarda gli oggetti percettivi dell’esperienza quotidiana così come i costrutti delle diverse scienze, le entità ideali della logica e della matematica, i concetti universali, i fenomeni relativi alla vita sociale e culturale, e così via. La fenomenologia si pone il compito di rendere conto di entità di ogni descrizione e di “oggetti” di ogni tipo (il termine “oggetto” inteso nel senso più ampio possibile) in termini di vita cosciente soggettiva. Per chiarire il loro senso e il significato responsivo della loro esistenza, tutte le entità e gli “oggetti” devono essere riferiti agli atti di coscienza in cui hanno origine e di cui si dimostrano correlati.
La realizzazione di questo programma di fenomenologia costitutiva richiede una concezione appropriata della coscienza. Husserl adottò la nozione di intenzionalità di Brentano, ma la sviluppò ben oltre la formulazione di Brentano. L’intenzionalità denota il riferimento essenziale degli atti di coscienza ai loro rispettivi “oggetti”. A questo proposito Husserl ha introdotto un nuovo concetto di significato di vasta portata, vale a dire, la nozione di oggetto come è inteso e inteso attraverso un dato atto di coscienza. La teoria dell’intenzionalità di Husserl rende evidente la connessione indissolubile tra atti di coscienza come eventi psicologici e sensi o significati che sono entità ideali di natura diversa dagli eventi psicologici. Considerando l’importanza centrale della teoria dell’intenzionalità, la fenomenologia può essere appropriatamente caratterizzata come la “logica” della coscienza. Nel corso degli ultimi decenni, le teorie e i risultati di Husserl hanno esercitato un’influenza considerevole al di fuori del campo della filosofia così come all’interno, ad esempio, su diverse tendenze nelle scienze psicologiche, specialmente nell’Europa continentale.
Pochi mesi dopo la morte di Husserl, padre HL van Breda dell’Università di Lovanio riuscì a trasferire a Lovanio i manoscritti di Husserl, circa 40,000 fogli in stenografia, e la sua biblioteca. Ha anche portato la vedova di Husserl (Malvine, nata Steinschneider) a Lovanio, l’ha nascosta ai nazisti e le ha salvato la vita. Durante l’occupazione del Belgio, alcuni studiosi di origine ebraica, mentre si nascondevano, trascrissero i manoscritti di Husserl dalla stenografia originale. Tali furono gli inizi di quello che dopo la guerra divenne l’Archives-Husserl presso l’Università di Lou-vain. Ulteriori rami degli archivi furono istituiti presso le università di Colonia, Friburgo, Parigi, Buffalo e la New School for Social Research di New York. Una delle principali funzioni dell’Archivio, soprattutto a Lovanio e Colonia, è la pubblicazione degli scritti e delle conferenze universitarie di Husserl. Undici volumi della serie Husserliana apparve, 1950-66.
Tra le traduzioni inglesi degli scritti di Husserl ci sono Meditazioni cartesiane, un’introduzione alla fenomenologia (1960); L’idea della fenomenologia (1964); Idee: introduzione generale alla fenomenologia pura (1931); Le conferenze di Parigi (19682); “Philosophy and the Crisis of European Man”, in: Fenomenologia e crisi della filosofia, a cura di Q. Lauer (1965); e La fenomenologia della coscienza interna del tempo (1964).
bibliografia:
A. Gurwitsch, Studi in fenomenologia e psicologia (1966); JJ Kockelmans, Una prima introduzione alla fenomenologia di Husserl (1967), include la bibliografia; P. Ricoeur, Husserl, un’analisi della sua fenomenologia (1967); R. Sokolowski, Formazione del concetto di costituzione di Husserl (1964), include la bibliografia; EP Welch, La filosofia di Edmund Husserl (1941), include la bibliografia; M. Farber, Il fondamento della fenomenologia (1943); S. Kaznelson, Ebrei nel settore culturale tedesco (1959), indice; Wininger, Biog.
[Aron Gurwitsch]