La prima autentica raccolta generale di decretali e costituzioni papali, promulgata da papa Gregorio IX nel 1234. Quando Gregorio divenne papa nel 1227 la raccolta principale della tradizione giuridica della chiesa era ancora la Decretum di gratian, allora quasi 90 anni. Sebbene nell’intervallo le attività dei decretisti, e più tardi dei decretalisti, avessero portato a molte altre raccolte di legislazione papale, in particolare nelle quinque compilationes antiquae, c’era una mancanza di coerenza tra queste raccolte che creava confusione. Nel 1230 Gregorio IX, egli stesso avvocato di qualità, chiamò il domenicano spagnolo Raymond de PeÑafort, già professore di diritto a Bologna, per porre rimedio alla situazione. Dal toro, Il re della pace, promulgando la compilazione di Raymond circa quattro anni dopo, sembra che il suo mandato di Gregory fosse quello di “raccogliere in un volume”, per “l’uso di scuole e tribunali”, le numerose costituzioni e decretali dei predecessori di Gregory che erano sparse nelle varie collezioni , così come le costituzioni proprie di Gregorio e le eventuali decretali “circolanti al di fuori delle solite raccolte” (“quae vagabantur extra”).
Il risultato del lavoro di Raymond era un volume sistematico basato sul Le cinque raccolte di antico. Questi, infatti, gli hanno fornito la divisione in cinque libri (Giudizio del giudice, clero, matrimoni, criminalità ), con 179 titoli su 185 e con 1,767 capitoli su un totale di 1,971; dei restanti 204 capitoli, 195 provengono dalle costituzioni di Gregorio IX, sette da Innocenzo III e due da una fonte non identificata. Lungi dal verificare i testi tratti dal Compilationes, Raymond perpetuò i loro errori, false attribuzioni e mutilazioni. Inoltre, a imitazione dei metodi dei compilatori, le decretali furono sezionate e poi disperse in vari capitoli: così frammenti di Innocenzo III Pastorali officio (A. Potthast, Versate dal romano pontefice. 1198 a. 1304, 2 v. 2530) si verificano in 13 capitoli (Il corpo del canone, ed. E. Friedberg (Lipsia 1879-81) X.1.3.14; 1.6.1; 1.29.28; 1.31.11; 2.1.14; 2.22.8; 2.25.4; 2.28.53; 3.10.9; 3.24.7; 3.30.28; 3.38.29; 5.33.19). Obbedendo all’ordine di Gregory di “eliminare la materia superflua”, Raymond accorciò alcuni passaggi e ne modificò altri; sui punti ambiguois Gregory gli ha fornito alcuni concreti ad hoc lettere decretali a titolo di chiarimento (vedi rex pacificus e Il corpo del canone, X.1.13.2; 4.20.8; 5.19.19; “Gregorius IX. Fratri R.”; 5.32.4). Di conseguenza, la compilation era in realtà una nuova edizione della legge decretale; di carattere universale, era anche esclusivo di tutte le altre decretali e collezioni, ad eccezione del Decretum. Né Gregory né Raymond gli diedero un titolo, ma divenne noto come Liber extravagantium (vedi stravaganti). Ha dato luogo a una miriade di commenti, ecc., Ed è il cuore del corpus iuris canonici ufficiale del 1582 [una stampa moderna di cui è quella di A. Friedberg (Lipsia 1881)]. Il metodo usuale di citazione è per libro, titolo e capitolo, quindi: X. (per stravagante ) 1.13.11.
Bibliografia: Il corpo del canone, ed. e. friedberg (Lipsia 1879–81) 2: IX – XLIV. jf von schulte, La storia delle fonti e della letteratura del diritto canonico, 3 v. In 4 punti (Stoccarda 1875–80; ripr. Graz 1956) 1: 243. sono pignolo, Historia iuris canonici latini: v. 1, Historia jontium (Torino 1950) 237–251. p. torquebiau, Dizionario di diritto canonico, ed. r. naz, 7 v. (Parigi 1935–65) 4: 627–632. sono pignolo, Lessico per la teologia e la chiesa, ed. j. hofer e k. Rahner, 10 v. (2d, nuova edizione Freiburg 1957–65) 3:66.
[le boyle]