Ebreo errante, leggenda del

Uno sviluppo di una leggenda più antica che tratta dell’insensibilità di un uomo della situazione di Gesù mentre era sulla via del Calvario. Come risultato della sua azione, il soggetto di questa leggenda è destinato a rimanere in vita fino al tempo della seconda venuta di Cristo. L’origine della leggenda può forse essere simile all’incomprensione di un detto di Gesù che ha dato luogo alla spiegazione di Gv 21.22-23. In questo brano si nega che all’amato discepolo sia stato concesso il privilegio di rimanere in vita fino alla seconda venuta di Cristo.

Dalla nozione di privilegio di rimanere fino alla seconda venuta, l’idea si sviluppò in quella dei soggetti costretti a rimanere come una maledizione provocata da un crudele rifiuto di Gesù. In questa forma la legenda è registrata nel file fiori della storia di Ruggero di Wendover, un monaco di St. Albans in Inghilterra. È contenuto anche nel file La storia del maggiore di matthew paris, risalente allo stesso periodo. Racconta come un portinaio di Ponzio Pilato di nome Cartaphilus, non necessariamente un ebreo, colpì Gesù mentre portava la sua croce sulla via del Calvario, dicendo: “Vai più veloce, Gesù, cosa stai aspettando?” Gesù rispose: “Vado, ma aspettate fino al mio ritorno”. Così, Cartaphilus divenne immortale. Invecchia ripetutamente e ringiovanisce, mentre vaga ovunque, in cerca di morte. È diventato cristiano e ha preso il nome di Giuseppe. In Italia la leggenda ha alcune varianti; il viandante si chiama Joanes Buttadeus o Malchus.

La prima menzione di questa leggenda con l’identificazione del vagabondo come ebreo si trova in un opuscolo intitolato Breve descrizione e storia di un ebreo di nome Assuero circolato in Germania all’inizio del XVII secolo. Questo Assuero è presentato come un ex calzolaio di Gerusalemme che si era opposto con rabbia a Gesù ed era stato da lui condannato a vagare in eterno. Nella letteratura haggadica il nome Assuero è comunemente applicato a uno sciocco malvagio.

La storia divenne molto popolare in tutta Europa, forse riflettendo i pregiudizi popolari dell’epoca. L. Neubaur registra varie versioni in tedesco, fiammingo, danese e svedese. A. Yarmolinsky aggiunge a questo elenco diverse versioni in slavo, polacco e russo. In tutti questi ci sono alcune variazioni, ma il tema di base rimane lo stesso. È spesso usato nell’arte e nella letteratura; alcuni esempi sono: O. Henry, La porta dei disordini ; Lew Wallace, Il principe dell’India ; E. Temple Thurston, L’ebreo errante.

La leggenda è considerata oggi con disapprovazione dal popolo ebraico poiché è considerata uno strumento utilizzato per promuovere l’antisemitismo.

Bibliografia: l. neubaur, La leggenda dell’eterno ebreo (2d ed. Lipsia 1893). un. yarmolinsky, “L’Ebreo Errante”, Studi in bibliografia ebraica e argomenti correlati in memoria di Abraham S. Freidus (New York 1928) 319–328. S. cohen, Enciclopedia ebraica universale 10: 448-449.

[sm polan]