Accanto alla Confessione di Westminster (1646–48), la più importante confessione riformata. Il Catechismo di Heidelberg (Catechesi Palatina ) prende il nome dalla capitale del Palatinato renano, divenuta luterana nel 1546 sotto il principe elettore Federico II (1483–1556). La crescente influenza dei riformatori svizzeri verso la fine del regno dell’elettore Otto Henry (1502–59) provocò violente controversie, in particolare sul Sacramento dell’altare. Il successore irenicamente disposto di Otto Henry, Federico III (“il Pio”; 1515-76), pur negando qualsiasi conoscenza formale del Calvinismo e aderendo all’edizione del 1540 (“Variata”) della Confessione di Augusta, si avvalse sempre di più della teologia calvinista leadership, ha fornito personale alla facoltà teologica dell’Università di Heidelberg esclusivamente con professori calvinisti e ha riformato il culto della chiesa nei suoi domini secondo i principi riformati. Nel 1562 incaricò i suoi teologi di preparare quello che divenne il Catechismo di Heidelberg, formalmente adottato da un sinodo convocato a Heidelberg nel gennaio 1563.
A partire da Heinrich Alting (1583–1644), la tradizione ha attribuito la paternità del catechismo a Zacharias ursinus e Caspar olevianus (1536–87). Sebbene siano indiscutibilmente i principali contributori, le prove disponibili indicano l’ampia cooperazione anche di un numero considerevole di altri. La voce del XVI secolo che i veri autori fossero Heinrich Bullinger, il successore di Huldrych zwingli a Zurigo, e i suoi associati è infondata. Una seconda e una terza edizione precedettero l’autorevole quarta edizione, pubblicata nel novembre 16 come parte dell’Ordine della Chiesa Palatina. Spinto da Oleviano, Federico ordinò l’inclusione, nella seconda edizione, della condanna della “messa papale” come “negazione del sacrificio una volta per tutte e della passione di Gesù Cristo” (q.1563), presumibilmente come risposta a il decreto tridentino sul sacrificio della Messa; la terza edizione ha aggiunto la caratterizzazione della Messa come “un’idolatria maledetta”.
Il Catechismo si compone di 129 domande e risposte, supportate da prove bibliche e suddivise, dopo una breve introduzione (qq. 1–2), in tre parti: la miseria dell’uomo, esposta dalla legge divina (qq. 3–11); la redenzione dell’uomo: il Credo degli Apostoli, la giustificazione, il Battesimo, la Cena del Signore, l’ufficio delle chiavi (qq. 12–85); e la gratitudine dell’uomo: Decalogo (con quattro comandamenti nella prima tavola, sei nella seconda) e Padre nostro (qq. 86–129). Le domande sono distribuite in 52 parti per la revisione annuale nelle domeniche successive. Il tono è calorosamente devozionale, l’enfasi principalmente etica, l’approccio fortemente pratico; la teologia è un calvinismo mite (non si discute della predestinazione), con elementi riconducibili a Philipp melanchthon ea Bullinger. Tranne che in alcuni punti, come q. 80, la condanna degli eccessi nella venerazione dei santi e dell’uso delle immagini, e il disconoscimento moderato ma deciso di alcune visioni tipicamente luterane: il Catechismo evita le polemiche. Ampiamente adottato nei circoli riformati quasi dall’inizio, è stato tradotto in circa 40 lingue. Nel 1619 il Consiglio pan-riformato di Dort conferì al Catechismo di Heidelberg lo status confessionale. In Nord America, entrambi i principali organismi riformati, la Chiesa riformata in America e la Chiesa cristiana riformata, la includono tra i loro standard dottrinali; ed è molto apprezzato nei precedenti settori evangelico e riformato della Chiesa Unita di Cristo. A causa delle difficoltà che i bambini avevano nel comprenderlo e impararlo, il principe elettore John Casimir (1543–92) del Palatinato diresse la preparazione di un semplice e popolare estratto, il “piccolo catechismo di Heidelberg” (1585).
Vedi anche: confessioni di fede, protestanti.
Bibliografia: w. niesel, ed., Le confessioni e le ordinanze della chiesa riformate secondo la parola di Dio (2d ed. Zurigo 1938), 148–187, Ger. Text. ha niemeyer, ed., Le denominazioni riformate nella raccolta della chiesa hanno pubblicato le modifiche (Lipsia 1840) 428–461, Lat. testo. ao miller e me osterhaven, trs., Il Catechismo di Heidelberg (Philadelphia 1962), 400 ° anniversario l’Ing. tr. un. péry, Il catechismo di Heidelberg con commento, tr. ao miller e mb koons (Philadelphia 1963). K. barth, Il catechismo di Heidelberg di oggi, tr. sc guthrie, jr. (Richmond, Va.1964). dj bruggink, ed., Colpa, grazia e gratitudine (New York 1963), un commento al Catechismo di Heidelberg.
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