Pontificato: 5 aprile 1058 – gennaio 1059 (quando rinunciò) o aprile 1060 (ufficialmente deposto). Nato Giovanni Mincius, fu cardinale vescovo di Velletri, e morì poco dopo il 1073. Il suo regno di antipapa arrivò presto nei giorni della controversia per le investiture e rappresenta un tentativo tardivo dell’aristocrazia romana di controllare il papato. Dagli anni 1040 i re tedeschi erano intervenuti costantemente nel tentativo di porre fine a tale controllo (vedere Clemente II, Bonifacio IX, Damaso II, Leone IX, Vittore II e Stefano IX), e un gruppo di chierici di mentalità simile era emerso in Roma. Il 24 marzo 1058, solo cinque giorni prima della sua morte, papa Stefano IX (1057-58) fece giurare a un’assemblea del clero romano e dei laici che se fosse morto avrebbero aspettato il suddiacono riformatore Ildebrando (presto Gregorio VII ) per tornare prima di eleggere un successore. Alla morte di Stefano un gruppo di nobili ruppe il giuramento e, sotto la guida di Gregorio di Tuscolo e Gerardo di Galeria, elesse Giovanni Mincius come papa Benedetto X.
La reazione all’interno della curia è stata deliberata e coerente. Tutti i cardinali tranne uno fuggirono da Roma e minacciarono di scomunicare Benedetto. Presto i cardinali si incontrarono a Firenze, controllata dal duca Godfrey il Barbuto di Lorena. Tra loro c’erano Umberto di Silva Candida e il cardinale-vescovo di Ostia, Peter Damian (1001-72). Come vescovo di Ostia, una delle funzioni tradizionali di Pietro era quella di concelebrare alla consacrazione di un nuovo papa, ma si rifiutò di riconoscere l’elezione di Benedetto. Così Benedetto fu eletto irregolarmente e consacrato irregolarmente. Mentre Benedetto lavorava come papa a Roma (è noto per aver inviato il pallio all’arcivescovo Stigando di Canterbury), i cardinali si riunirono in varie località della Toscana. Infine, a Siena e con l’appoggio del duca Godfrey, elessero (dicembre 1058) il vescovo Gerardo di Firenze come papa Nicola II (1059–61). Questa elezione fu successivamente confermata dall’imperatrice reggente Agnes e dal nuovo imperatore, Enrico IV (1056–1106). Nicola poi convocò un Sinodo a Sutri (inizio gennaio 1059) che scomunicò Benedetto X come usurpatore e spergiuro perché aveva infranto il giuramento a papa Stefano. (Sebbene la sua opposizione a Benedetto sia chiara, la visione precisa di Damian di questi eventi potrebbe aver bisogno di una revisione a causa dei cambiamenti nella nostra comprensione delle sue lettere causati dalla nuova edizione di K. Reindel. Reindel considera le Lettere 3 e 4 nel Patrologia latina edizione – talvolta citata in relazione a Benedetto X – per essere numerata in modo errato, con i destinatari a volte identificati in modo errato.
Il 24 gennaio 1059 papa Nicola entrò a Roma accompagnato dal duca Godfrey, dalle truppe del duca, da tutti i cardinali e dal cancelliere tedesco per l’Italia, Guiberto di Ravenna (in seguito Antipapa Clemente III, 1080–1100). Benedetto fuggì da Roma, prima per Passarano, e poi per il castello di Gerardo di Galeria. L’antipapa fu catturato nell’autunno del 1059 dopo un assedio di tre mesi. Rinunciò al titolo e, dopo un mese trascorso in una tenuta di famiglia, fu imprigionato da Hildebrand. Nell’aprile del 1060, Hildebrand condusse un processo pubblico durante il quale Benedetto fu formalmente deposto e condannato alla reclusione nell’ospizio della chiesa di Sant’Agnese sulla Via Nomentana. Non si sa quando morì, ma Hildebrand, come papa Gregorio VII (1073–85), gli permise di essere sepolto nella chiesa di Sant’Agnese; molti studiosi lo considerano una prova che sia sopravvissuto almeno fino al 1073.
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[pm selvaggio]