Aripul, samuel ben isaac (1540? – dopo il 1586), studioso rabbinico e predicatore; probabilmente nato a Salonicco. Sebbene fosse uno dei più grandi predicatori del XVI secolo, si sa poco della sua vita. Dal 16 al 1569 fu gravemente malato e al suo recupero scrisse il suo libro Mizmor the-Todah (“Un salmo di ringraziamento”). Qualche tempo dopo il 1571 era a Costantinopoli. Nel 1576 si trova a Venezia dove intraprende la pubblicazione delle sue opere. Sembra che in seguito si sia stabilito a Safed per nell’introduzione al suo What Am Zemirot è indicato come “dalla città di Safed”. I suoi libri sono commenti rabbinici e filosofici alla Bibbia che sottolineano il suo messaggio etico. Tratta a lungo il problema della redenzione di Israele e cita lo Zohar. All’inizio e alla fine di ogni libro scriveva poesie sui suoi contenuti. Stampò il contenuto dei suoi cinque libri come un opuscolo, Aggadat Shemu’el, aggiunto a Mizmor the-Todah che sembra essere il primo libro-prospetto ebraico sopravvissuto. Quest’opera contiene panegirici di due studiosi di Salonicco, dove evidentemente ha trascorso parte della sua vita adulta. Aripul aveva già pubblicato Zevaḥ Todah (Costantinopoli, 1572), un’esposizione omiletica del Salmo 119 (inclusa anche come introduzione al suo Mizmor the-Todah). I suoi libri pubblicati sono (1) Mizmor the-Todah (Venezia, 1576), sui Salmi 112-34, l’ultima sezione (sui Salmi 120-34) viene ripubblicata con il titolo What Am Zemirot (Cracovia, 1576); (2) Sar Shalom (Safed, 1579) sul Cantico dei Cantici; e (3) Lev Ḥakham (Costantinopoli, 1586) sull’Ecclesiaste. Il suo Imrat Eloha | sul Pentateuco (menzionato in Sar Shalom) e il suo Va’ad la-Ḥakhamim sulla liturgia (menzionato in Lev Ḥakham, p. 44b) non sono stati pubblicati.
bibliografia:
Rivkind, in: ks, 4 (1928/29), 279; A. Yaari, Ha-Defus ha-Ivri be-Arẓot ha-Mizraḥ, 1 (1936), 18.