Pontificato: dal 7 aprile 1655 al 22 maggio 1667; b. Fabio Chigi, Siena, 13 febbraio 1599. La famiglia senese Chigi era stata prominente sin dal Medioevo. Fabio era un ragazzo brillante, portato a scrivere versi; per nove anni studiò filosofia, diritto e teologia all’Università di Siena, conseguendo il dottorato in teologia nel 1626. Dopo altri due anni di studi privati a Roma, dove conobbe alcuni capi intellettuali, Chigi entrò nel papato servizio. Passò stabilmente da referendario nel 1629 a vicolegato di Ferrara, vescovo di Nardò nel 1635 e visitatore apostolico a Malta. Quando fu nominato vescovo, divenne prete. La sua capacità diplomatica era quella di ricevere una prova più severa quando Urbano VIII lo mandò nella travagliata Germania. Trascorse tredici anni come nunzio a Colonia (1639–51) e servì anche come rappresentante del papa alla Conferenza per la pace di Münster. Questo è stato un compito difficilissimo e se Chigi non ha portato al successo della politica pontificia, ha conquistato la stima del papa e della Curia. Innocenzo X lo nominò segretario di stato nel 1651 e un anno dopo ricevette il cappello rosso. Il conclave del 1655 che seguì la morte di Innocenzo X fu lungo, dal 17 gennaio al 7 aprile. All’elezione Chigi prese il nome di Alessandro VII in memoria del grande papa del XII secolo, Alessandro III. Alexander soffriva di cattive condizioni di salute, ma era un gran lavoratore. Era caritatevole verso i poveri e fu di grande aiuto al suo popolo durante la peste del 1656. Incoraggiò la borsa di studio e aiutò il lavoro degli storici stabilendo regole ragionevoli per l’uso dei materiali d’archivio. Splendido mecenate delle arti, Alessandro è ricordato per aver commissionato la costruzione del grande colonnato del Bernini.
Alessandro e Luigi XIV mantennero rapporti poveri e il re si adoperò per umiliare il papa per uno scontro tra le guardie corse di Alessandro e l’ambasciata francese. Ma questo non era tutto il problema che Louis ha causato ad Alexander. Il papa si sforzò di aiutare i cristiani assediati a respingere i turchi, ma Luigi XIV, più interessato a indebolire gli Asburgo, non collaborò; così, i piani papali naufragarono sulle ambizioni borboniche. I rapporti di Alessandro con Venezia furono migliori e persuase la Repubblica a far tornare i gesuiti, che erano stati prima espulsi.
Come i suoi predecessori, Alessandro fu costretto a prendere provvedimenti contro i giansenisti. Innocenzo X aveva condannato le Cinque Proposizioni, ma poi Antoine Arnauld, il grande leader giansenista, decise che mentre le Cinque Proposizioni erano davvero sbagliate, e si poteva accettare la condanna del papa nei loro confronti, non si trovavano nell’augustino di Cornelius jansen. Alexander replicò con un toro in cui affermava che le Cinque Proposte erano contenute in quelle di Jansen Agostino e ha condannato la presentazione di Jansen di loro.
Alexander ha accolto l’illustre convertita, Cristina, regina di Svezia, e ha corretto delicatamente alcune delle sue strane idee. Incoraggiò le missioni straniere consentendo ai gesuiti in Cina di utilizzare i riti cinesi e diede maggiore potere alla Congregazione per la Propagazione della Fede.
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