˓Abd al-Karim Sorush è lo pseudonimo di Hassan Haj-Faraj Dabbagh. Nato nel 1945 a Teheran, Sorush ha frequentato l’Alavi High School, una scuola alternativa che offriva un rigoroso curriculum di studi islamici oltre all’istruzione standardizzata in matematica e scienze. Ha studiato diritto islamico ed esegesi con Reza Ruzbeh, uno dei fondatori della scuola. Ha frequentato l’Università di Teheran e nel 1969 si è laureato in farmacologia. Ha continuato la sua formazione post-laurea in storia e filosofia della scienza al Chelsea College di Londra. Nel 1979 è tornato in Iran dopo la rivoluzione, e subito dopo è stato nominato dall’Ayatollah Khomeini al Consiglio della Rivoluzione Culturale. Si è dimesso da questo controverso incarico nel 1983.
Nel suo libro più celebre, Qabz va Bast-i Teorik-i Shari˓at (La costrizione teorica e l’espansione di shari˓a), Sorush ha sviluppato una critica generale delle interpretazioni dogmatiche della religione. Ha sostenuto che, quando si trasforma in un dogma, la religione diventa ideologica e perde la sua universalità. Ha sostenuto che la conoscenza religiosa è inevitabilmente storica e culturalmente contingente, e che è distinta dalla religione, la cui verità è posseduta esclusivamente da Dio. Ha ipotizzato che la cultura, la lingua, la storia e la soggettività umana mediano la comprensione del testo rivelato. Pertanto, la comprensione umana del mondo fisico, attraverso la scienza, ad esempio, e la natura mutevole dei valori condivisi delle società umane (come la cittadinanza ei diritti sociali e politici) informano e condizionano la conoscenza religiosa.
C’era una contraddizione tra la comprensione di Sorush dei problemi epistemologici della conoscenza umana, che considerava logica e metodica, e la sua enfasi sulle contingenze storiche dell’ermeneutica del testo divino. Questa contraddizione è stata risolta nei suoi scritti successivi a favore di un approccio più ermeneutico. Nei suoi primi lavori, fu influenzato dalla filosofia analitica e dallo scetticismo di una logica post-positivista, mentre nei suoi scritti successivi adottò un approccio più ermeneutico al significato del testo sacro. Nei suoi primi lavori ha avanzato domande epistemologiche sui limiti e la veridicità delle affermazioni riguardanti la conoscenza, ma in due importanti libri successivi, Siratha-yi mustaqim (1998, Percorsi rettilinei) e Bast-e tajrubih-e Nabavi (1999, L’espansione dell’esperienza profetica), ha sottolineato la riflessività e la pluralità della comprensione umana. Nel suo uso plurale della frase coranica “strade diritte”, Sorush ha offerto una rottura radicale con le tradizioni sia moderniste che ortodosse nella teologia islamica.
Negli anni ‘1990, Sorush è emerso come uno dei pensatori musulmani più influenti in Iran. La sua teologia ha contribuito all’emergere di una generazione di riformatori musulmani che ha sfidato la legittimazione del governo della Repubblica islamica basata su fonti divine piuttosto che su principi democratici e consenso popolare.