Letteralmente, indivisibile è ciò che non può essere diviso. Si possono distinguere gli indivisibili matematici da quelli fisici e i loro usi in filosofia e matematica. Poiché la divisione segue la distinzione, a sua volta dipendente dall’opposizione, il termine è inteso con riferimento all’opposizione materiale (quantitativa) o formale. Gli indivisibili materiali possono essere assoluti: punti e unità numeriche; o relativo: ciò che de facto non è diviso o sarebbe distrutto dalla divisione, ad esempio un elettrone. Formalmente, gli indivisibili hanno, o si ritiene che abbiano, una semplice intelligibilità, ad esempio un genere o una natura specifica. Poiché una definizione, essendo complessa, non può essere formata di essi, gli indivisibili formali assoluti sono spesso conosciuti solo negativamente o in relazione ai compositi.
Nell’universo fisico, forse esclusivamente, ci sono indivisibili quantitativi relativi. Le particelle discrete che, come risultato della fisica sperimentale e teorica, si ritiene costituiscano la realtà fisica – ad esempio, atomi, particelle subatomiche e fotoni – vengono distrutte quando divise, sebbene si ritenga che l’equilibrio materia-energia sia preservato. Tali indivisibili non sono sempre individui, sebbene i veri individui siano sempre indivisibili.
L’estensione lineare, insieme al movimento e al tempo, sono considerati esempi di continui all’interno dei quali si distinguono gli indivisibili. L’istante del tempo e il momento del moto vengono confrontati in modo analogo al punto geometrico, e si è dibattuto il problema della loro effettiva funzione continuativa e / o terminale. Ammesso che terminino, rimane ancora il problema della loro precisa natura. L’opinione generale è che gli indivisibili di terminazione, ad esempio i punti all’estremità delle linee, siano positivi e distinti in realtà, ma solo in modo modale, da ciò che terminano. Riguardo agli indivisibili in matematica, vedi boyer.
Vedi anche: continuum.
Bibliografia: j. gredt, Elementi della filosofia aristotelico-tomista; ed. e. zenzen, 2 v. (13a ed. Friburgo 1961). rp phillips, Filosofia tomista moderna, 2 v. (Westminster, Md. 1934; ripr. 1945). cb boyer, La storia del calcolo e il suo sviluppo concettuale (p. New York 1959).
[cf weiher]