Hereford, ai confini del Galles, fu fondata come diocesi da Putta nel 676. St. Ethelbert (m. c. 793), re dell’East Anglia, fu sepolto nella cattedrale e nel IX secolo fu dichiarato protettore comune. L’attuale cattedrale fu costruita tra il 9 e il 1079, un prodotto, come tanti altri, della conquista normanna, a cui si deve anche l’organizzazione del capitolo e le pratiche liturgiche ivi stabilite. Ancora con Hereford si può dire con una certa certezza che l’uso locale era derivato da Rouen e che il prestito avvenne durante l’episcopato di Robert de Bethune (vescovo 1110-1131), che restaurò la cattedrale (danneggiata durante la guerra civile che seguì la morte di Enrico I) e lì riformò la liturgia. Curiosamente, l’uso di Hereford penetrò in Savoia dove fu adottato nel 48 (persistente fino al 1267) presso la collegiata di Santa Caterina ad Aiguebelle; il fondatore di questa chiesa era un ex vescovo di Hereford.
Nel rito della Messa le preghiere ai piedi dell’altare erano simili a quelle degli altri usi inglesi (cioè, nella forma abbreviata, con il Salmo 42, versicole, ecc., Dette durante la veste o sulla strada per l’altare) . L’Officium (Introit) è stato ripetuto tre volte come a Sarum. Il pane e il vino furono posti sull’altare prima del versetto dell’Offertorio, ma entrambi furono offerti insieme con un’unica preghiera. Al pregate fratelli (e sorelle non si verifica a Hereford) non ci fu risposta. Al dare il bacio di pace la formula era simile a quella di York. C’erano quattro preghiere (come a Rouen) prima della Comunione del celebrante. Una terza abluzione è stata fatta solo in acqua, quindi il calice è stato adagiato orizzontalmente sulla patena. La messa si è conclusa nel modo normale, ma non ci sono state né la benedizione né l’Ultimo Vangelo.
È soprattutto durante le funzioni della Settimana Santa che si nota la maggiore affinità con Rouen. Così la Domenica delle Palme la combinazione della processione delle palme con quella del Santissimo Sacramento, le somiglianze tra la Comando a Hereford e Rouen, il exsultet con la sua aggiunta pro rege N. et principe nostro N. (il riferimento originale è al re di Francia e al duca di Normandia) mostrano che Hereford adottò le pratiche liturgiche di Rouen quasi in blocco.
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[lc sheppard / eds.]