Incorporazione in cristo

Per san Paolo la realtà escatologica essenziale è il Cristo risorto nel suo Corpo glorificato (Col 2.17). Nel pensiero biblico “corpo” rappresenta l’intero essere umano nella propria realtà concreta come persona vivente. Gli esseri umani peccatori sono liberati dal “corpo del peccato” e dalla “morte” (Rm 6.6; 7.24) per mezzo del Signore Gesù, che nel proprio Corpo-persona ha distrutto il corpo del peccato (Rm 8.3; 2 Cor 5.21; Col 1.22 ) e che, risorto a nuova vita nello Spirito (Rm 1.4), è nel suo “corpo spirituale” (1 Cor 15.44-49) portatore di nuova vita agli esseri umani (Ef 2.5-6; 1 Cor 15.20–23; 45-49; Col 2.12-3.4; Rom 8.11). È attraverso il Battesimo nella fede (Col 2.11-12; Rom 6.3-14; 1 Cor 12.13; Ef 5.26) che il peccatore, liberato dal proprio corpo di peccato e di morte, è attaccato a Cristo e all’opera compiuta da Cristo nel suo corpo, ed è fatto un solo corpo con Cristo che ora vive come “corpo spirituale” e “spirito vivificante” (1 Cor 15.44–45). È nel corpo di Cristo che i cristiani sono incorporati come membri e resi il suo corpo di chiesa; per una volta incarnati in Cristo, diventano “compagni di uno stesso corpo” (Ef 3.6) e “membri l’uno dell’altro” (4.25).

Secondo Pio XII, nell’enciclica mystici corporis, l’incorporazione a Cristo si realizza solo nella e per mezzo della Chiesa, suo Corpo sociale (cfr. Encic., Par. 11, 40, 67, 73, 81). Il “Corpo sociale” di Cristo (44, 51, 58, 67, ecc.) È così “congiunto” (1, 5, 11, 55, 67, ecc.) E così “fatto come” (46, 51, 54) il suo Capo, che condivide con esso i suoi beni più “intimamente personali” (53), che è diventato una quasi persona che sostiene il suo corpo-chiesa (51-53, 56, 77). “Il divino Salvatore con il suo Corpo sociale costituisce una sola persona mistica” (67; vedere 56, 78). Allo stesso tempo, tuttavia, il Corpo sociale della Chiesa è esso stesso personificato, a cui è data un’esistenza collettiva non distaccata ma distinta (78, 53, 85, 5, 12, ecc.). Vaticano II La luce (7–8) continua la linea di pensiero espressa in ‘s Body, anche se amplia notevolmente la portata ecumenica che si trova già in quell’enciclica.

Il battesimo in acqua e Spirito (18, 21, 26, 29) incorpora l’intero essere umano in Cristo nel suo Corpo sociale, qualificando i battezzati a vivere nella vita totale interiore-esteriore (60) della compagnia di coloro che in Cristo one Spirit (54–5) sono uno con Cristo e gli uni con gli altri nella fede, nella speranza e nell’amore (70–74).

La grazia dell’incorporazione investe l’intero Corpo sociale, interiormente e esternamente (61, 68-69, 63), e tutti i suoi singoli membri in modo simile. È una grazia incarnata.

Tra i punti elaborati dai teologi ci sono i seguenti: (1) la natura precisa del Capo di Cristo; (2) il ruolo dello Spirito di Cristo: semplicemente appropriato o anche appropriato? (vedi stanziamento) – nell’unire il Corpo al Capo; (3) la grazia dell’incorporazione, come grazia interiore-esteriore, sacramentale e sociale; (4) Eucaristia e incorporazione; (5) la natura dell’unità – meramente dinamica o anche entitativa? – tra Testa e Corpo; e (6) il significato dell’incorporazione in relazione alla crescente realizzazione della comunione reale sebbene imperfetta tra le varie denominazioni cristiane e la Chiesa cattolica (vedi l’appartenenza alla chiesa).

Vedi anche: corpo mistico di cristo.

Bibliografia: r. Schnackenburg, L’evento della salvezza al battesimo secondo l’apostolo Paolo (Munich Theological Studies 1; Monaco 1950). un. wikenhauser, Misticismo paolino, tr. j. cunningham (New York 1960). S. tromp, Of the Soul, v.3 Cos’è la Chiesa del Corpus Christi, 3 v. (Roma 1960). v. branick, La chiesa della casa negli scritti di Paolo (Wilmington, Del., 1989). m. radice e r. saarinen, eds., Battesimo e unità della Chiesa (Ginevra 1998).

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