Il Dionysiana è una raccolta canonica, redatta nella prima metà del VI sec. Degli otto manoscritti esistenti, il primo risale al VII secolo. Si ritiene che esistessero tre versioni. Il primo, dedicato a Seneca Bishop si trova nell’unico manoscritto del Vaticano (Pal. lat. 577) e comprende i Canoni degli Apostoli e dei Concili di Nicea, Ancyra, Neocaesarea, Gangra, Antiochia, Laodicea, Costantinopoli, Sardica, Cartagine e Calcedonia. Il secondo, quello più diffuso, è dedicato a Stephen bishop e comprende gli stessi Concili, ma Calcedonia è collocata tra Costantinopoli e Sardica invece di essere relegata alla fine. Due MSS contengono una serie aggiuntiva di decretali da papa Siricio (384–399) a papa Anastasio II (496–498) che sono dedicate a Giuliano, cardinale sacerdote di Sant’Anastasio. Tutto ciò che resta della terza versione, nel MSS Novara XXX (66), è l’epistola dedicatoria a Ormisda che annuncia una traduzione juxtalineare dei Concili greci.
Non è impossibile che Petronio e Stefano fossero la stessa persona. I testi delle due lettere a loro indirizzate differiscono solo per il fatto che quello a Stephanus enumera i testi inclusi nella raccolta. Entrambi i testi annunciano, negli stessi termini, le stesse ragioni che indussero Dionisio a compilare la sua raccolta. Gli fu chiesto di tradurre i regolamenti ecclesiastici greci dal suo amato fratello Lawrence, che fu particolarmente turbato dalla “ignoranza” delle antiche traduzioni. Nel Dionysiana, troviamo quindi solo testi rigorosamente autentici, ad eccezione dei Canoni degli Apostoli; Dionisio li considerò sempre sospetti, ma li mantenne perché erano stati ampiamente utilizzati nelle diocesi per redigere la disciplina locale. Il Dionysiana è un lavoro adattato alle esigenze del tempo. Ha preparato la strada a quella riconciliazione delle Chiese d’Oriente e d’Occidente, obiettivo sempre perseguito da Dionisio.
Per quanto riguarda il dogma, Dionisio ha sottolineato l’inviolabilità dei Canoni di Nicea che tutti i Concili successivi hanno affermato. Si è preoccupato di non riprodurre le quattro professioni di fede del Concilio di Antiochia che accusava la dottrina di Nicea del sabellismo. Per quanto riguarda la disciplina, si sforzò di stabilire definitivamente la supremazia di Roma. Riprodusse il sesto canonico di Nicea confermando il primato di Alessandria e Antiochia nella Chiesa d’Oriente modellata sulla Chiesa di Roma. Diede anche il terzo canone di Costantinopoli che istituì i patriarcati di Alessandria, Antiochia, Efeso, Ponto e Tracia, mentre concedeva un primato d’onore a Costantinopoli subito dopo Roma. Tuttavia, si è accuratamente astenuto dal tradurre il canone 28 di Calcedonia che conferiva al vescovo di Costantinopoli poteri uguali a quelli del vescovo di Roma.
È probabile che il file Dionysiana fu preparato a Roma sotto il pontificato di papa Ormisda (514–523). Dal tempo del pontificato di Giovanni II (533-535), il Dionysiana divenne la raccolta preferita della chiesa romana. Alla fine del VI e all’inizio del VII secolo, furono apportate molte aggiunte e servì come punto di partenza per nuove collezioni, come il Dionysiana di Bobbio, continuò fino al pontificato di Bonifacio IV (608–615). Soprattutto, serviva da base per la hadriana collectio.
Bibliografia: Denis piccolo; La collezione Canon di Dionysius Exiguus nella prima edizione, ed. un. strew (Berlino 1931); “Codice dei Canoni della Chiesa” e “Collezione di Romani Pontefici”, ed. c. Justel, Patrologia Latina, ed. jp migne (Parigi 1878–90) 67: 93–316. f. maassen Storia delle fonti e della letteratura del diritto canonico in Occidente fino alla fine del Medioevo (Graz 1870) 425-436. H. verme, Studi e testi sulla raccolta delle decretali di Dionysius Exiguus (Bonn 1939); “Selezione decretalet dei più antichi decreti romani LETTERA” Appollinaris 12 (1939) 40–93. m. cappuyns, “The Origin of the Pseudo-Celestine Capitula against Semi-Pelagianism”, Revisione benedettina 41 (1929) 156–170. j. rambaud-buhot, Dizionario di diritto canonico, ed. r. naz (Parigi 1935–65) 4: 1131–52.
[j. rambaud-buhot]