Young, james e. (1951–), studioso dell’Olocausto statunitense. Nato in California, ha studiato presso l’Università della California, Santa Cruz (BA 1973, Ph.D. 1983) e l’Università della California, Berkeley (MA 1976), Young ha insegnato al Bryn Mawr College (1983-84), New York University (1984-88) e dal 1988 all’Università del Massachusetts, ad Amherst, dove è stato nominato professore di inglese e studi giudaici e presidente del Dipartimento di studi giudaici e del Vicino Oriente. È stato professore in visita presso le università di Washington, Harvard e Princeton e docente in altre università e forum pubblici. È stato membro dello yivo Institute for Jewish Research e dell’Institute of Contemporary Jewry presso l’Università Ebraica, e ha ricevuto borse di studio o sovvenzioni dalle fondazioni Guggenheim e Littauer, dal National Endowment for the Humanities e da altre organizzazioni accademiche di sostegno. Young ha fatto parte dei consigli di amministrazione o dei comitati consultivi del New England Holocaust Memorial Committee, del Museo statale di Terezin, del Consiglio internazionale di Auschwitz del Ministero della cultura polacco e della commissione per il memoriale dell’Olocausto a Berlino, oltre a consultare altri cittadini e autorità commemorative municipali. È stato il curatore della mostra “The Art of Memory” al Jewish Museum di New York nel 1994 ed è il redattore capo del Biblioteca di Posen della cultura e della civiltà ebraica, una raccolta multivolume di fonti primarie, documenti, testi e immagini sponsorizzata dalla Fondazione Posen.
Il lavoro accademico di Young si è concentrato sulla memoria storica e la commemorazione, e in particolare l’estetica e la politica dei memoriali dell’Olocausto, di cui è un’autorità riconosciuta. L’intuizione di Young che “i motivi della memoria non sono mai puri” informa il suo esame dei modi in cui gli impegni e le esigenze politiche contemporanee modellano ciò che viene ricordato e come viene memorizzato, e come un memoriale può diventare parte di una mitologia politica riduttiva. Egli propone che il “contromonumento” – un’opera d’arte che interroga e indebolisce il significato ufficiale inteso – è la migliore garanzia che gli spettatori sperimenteranno un senso più genuino della memoria storica non del tutto mediato da una narrativa nazionale eroica o redentrice. Young ha esaminato il processo di rappresentazione dell’Olocausto sia in opere letterarie e artistiche personali che in commemorazioni pubbliche ufficiali in Polonia, Germania, Israele e altrove. Le sue principali pubblicazioni sono Scrivere e riscrivere l’Olocausto: narrativa e conseguenze dell’interpretazione (1988) La trama della memoria: memoriali e significato dell’Olocausto (1993) Memoriali dell’Olocausto nella storia: l’arte della memoria (modificato, 1994), At Memory’s Edge: After-Images of the Holocaust in Contemporary Art and Architecture (saggi, 2000). Ha contribuito con saggi a una serie di volumi raccolti e ha pubblicato numerosi articoli e recensioni su riviste e giornali accademici e meno accademici.
[Drew Silver (2a ed.)]