Nathan de-Ẓuẓita resh galuta

NATHAN DE-ẒUẒITA RESH GALUTA , Esilarca babilonese. Secondo una dichiarazione del Talmud (Shab. 56b), è identico a Ukban b. Neemia (320-340), ma nel Seder Olam Zuta vengono menzionati due diversi esilarchi chiamati sia Ukban che Ẓuẓita: uno, chiamato Nathan Ukban (Nathan de-Ẓuẓita), visse nel terzo secolo, e l’altro, Mar Ukban de Ẓuẓita, quasi contemporaneo di R. Joseph, nel quarto. Nathan sembra aver vissuto originariamente una vita peccaminosa, ma in seguito si è pentito. Il amora Giuseppe espresse l’opinione che doveva essere considerato uno dei più celebrati penitenti di tutti i tempi e che era molto amato in cielo. Secondo un vecchio Aggadah citato da Rashi (Sanh. 31b), Nathan (Masukba) fu consumato dalla passione per una donna sposata e il desiderio insoddisfatto lo fece ammalare. In un’occasione, bisognosa di soldi, gli fece visita di sua spontanea volontà. Sebbene ora potesse avere il suo desiderio, si trattenne e lei se ne andò intatta. Da quel momento la sua passione si placò e un raggio di luce fu visto brillare sopra la sua testa. È a questo che si riferisce il nome Ẓuẓita (raggio di luce). Secondo il Geonim Zemah e Sa’adiah, invece, il nome deriva dal fatto che in gioventù Nathan era solito vestire e arricciare le frange (ẓiẓiot) dei suoi capelli (BM Lewin, Oẓar ha-Ge’onim (Shab .; 1930), pt. 2 24). Rashi lo ha identificato in quel passaggio con Mar * Ukba the del tuo morso, un contemporaneo di Samuele (cfr. anche R. Aḥai Gaon. She’iltot, Va-Era 42; ed. di SK Mirsky, 3 (1963), 43). Nei manoscritti del She’iltot, tuttavia, il passaggio “e il suo nome è Nathan b. Ẓuẓita” non compare. Guarda anche Ḥibbur Yafeh min ha-Yeshu’ah di Nissim Gaon (a cura di HZ Hirschberg (1954), 73-76), da cui risulta che visse nel periodo tannaitico.

bibliografia:

Hyman, Toledot, 956s .; JN Epstein, in: mgwj, 63 (1919), 259–68; S. Abramson, Rav Nissim Ga’on (1965), 422 ss.

[David Joseph Bornstein]