Zehavi, david

Zehavi, david (1910–1977), compositore israeliano nato a Jaffa da genitori arrivati ​​dalla Romania nel 1899. All'età di 14 anni Zehavi si unì a un gruppo di Ha-No'ar ha-Oved, che fondò una nuova comunità agricola, kibbutz Na'an (1930). Lì, oltre all'agricoltura, ha condotto sessioni di canto. Fu il primo compositore nato in Ereẓ Israel, e come tale si colloca tra i padri fondatori della canzone popolare israeliana insieme a * Admon, * Ze'ira, * Nardi e altri. Nel 1927 compose la sua prima canzone pubblicata ",Orḥah ba-Midbar"(" Caravan in the Desert "), la cui battuta di apertura"Yamin u-Semol"(" Da destra a sinistra ... ") è spesso citato come titolo. Ha composto complessivamente circa 400 canzoni; 250 di queste sono apparse in stampa. Molte delle sue canzoni sono considerate tra le migliori in canzoni ebraiche, come"Halikhah le-kesaria" (o "Eli Eli Shelo Gigam di Olam"(" Sulla strada per Cesarea "o" Mio Dio, mio ​​Dio, lascia che non finisca mai "),"He-Ḥalil"(" Il flauto "), la canzone di Palmaḥ "Hen Efshar" ("Come può essere possibile"), "Yesusum Midbar"(" Let the Desert Rejoice "),"Niggunum, ""Male'u Asamenu Bar"(" I nostri silos sono pieni di grano "), e dozzine di più. In effetti, le canzoni costituiscono la maggior parte della sua produzione musicale. Ha scritto la maggior parte di esse per esibizioni di canto. I membri dei kibbutz spesso scrivevano i testi per queste canzoni.

Le sue canzoni sono state pubblicate in centinaia di libretti, di solito per serate cantate insieme, con o senza la partitura musicale. Sono stati registrati da centinaia di cantanti ed ensemble. La casa editrice dell'ala culturale dell'Histadrut ha pubblicato quattro raccolte delle sue canzoni: Raccolta di canzoni (1954) Seconda raccolta di canzoni (1962) Una canzone per David (1978), e David Zehavi - Lascia che non finisca mai (1981).

David Zehavi ha anche scritto cinque cantate per corale, per solisti e per un piccolo ensemble. Queste cantate, nate da scene di vita dei kibbutz, sono state composte ed eseguite nel kibbutz.

[Nathan Shahar (2a ed.)]