Wolpe, david e. (1908–), scrittore yiddish. Nato nel 1908 a Keidan nella provincia di Kovno (Lituania), Wolpe è stato educato in entrambi i tradizionali .eder e nella scuola superiore ebraica di Tarbut. Licenziato presto con ideali socialisti, a 16 anni si unì al movimento giovanile sionista-socialista Ha-Shomer ha-Ẓa’ir e divenne l’editore fondatore della sua rivista ebraica, Ha-Nesher. Nel 1930 emigrò in Palestina come pioniere del kibbutz dell’organizzazione, oggi Kibbutz Bet Zera, uno dei kibbutz più antichi e ricchi della valle del Giordano. Ha lavorato anche negli aranceti e nei vigneti degli insediamenti ebraici di Binyaminah e Petaḥ Tikvah, prima di lasciare il kibbutz nel 1933 per diventare operaio edile a Tel Aviv. Rientrato in Europa nel 1936, Wolpe si arruolò nell’esercito lituano, ma dal 1941 fu internato nel ghetto di Kovno, da cui, nel 1944, fu trasportato a Dachau. Nel 1945 fu tra i sopravvissuti liberati dall’esercito americano. Inviato a guarire all’ospedale St. Ottilien in Baviera, incontrò e vi sposò un rifugiato ebreo di 18 anni e un compagno di paziente. Nel 1951 Wolpe emigrò in Sud Africa, dove si immerse immediatamente nella vita letteraria yiddish di Johannesburg, diventando un prolifico collaboratore di tutte le riviste yiddish ed ebraiche locali e servendo come redattore dell’unico mensile yiddish del Sud Africa, dorem Afrike (1954-70). Ha serializzato le sue memorie, A Yid in der Litvisher Armey (“Un ebreo nell’esercito lituano”) nell’unico giornale yiddish del Sud Africa, il Afrikaner Yidishe Tsaytung (1959-60).
Il primo amore di Wolpe fu la poesia e nel 1978 pubblicò la sua raccolta di versi, scritti in un periodo di circa 30 anni, nel volume sostanziale, A Volkn un a Veg (“Una nuvola e un modo”). Molto lodata quando è apparsa per la prima volta, questa antologia è stata insignita del prestigioso Itsik Manger Prize in Israele nel 1983. Ha anche pubblicato un volume di saggi letterari, Un vort a Zayn Tsayt (“A Word in Its Time”, 1984); uno studio critico dell’opera di Abraham * Sutzkever, Con Avrom Sutskever su Zayn Lidervelt (“Il mondo poetico di Abraham Sutzkever”, 1985); una raccolta di racconti, Heymen, Khaloymes, Koshmarn (“Homes, Dreams, Nightmares”, 1987); due ulteriori volumi di poesie e saggi, Krikveg (“The Way Back”, 1991) e Iber Mayne Vegn (“Lungo le mie strade”, 2002); e un’autobiografia in due volumi, Ikh un Mayn Velt (“Io e il mio mondo”, 1997–99). Negli anni novanta Wolpe ha continuato a scrivere dalla sua casa di Johannesburg. Il suo costante contributo alla letteratura yiddish è stato ben riassunto nella citazione per il Manger Prize: “È pieno di paradossi poetici: la sua agitazione e il suo dubbio sempre presenti sono un’espressione della natura emotiva creativa”.
[Joseph Sherman (2a ed.)]