Tag, sionah

Tagger, sionah (1900–1988), prima artista donna nata in Israele. È nata a Jaffa, figlia di Shmuel e Sultana Tagger. La famiglia era immigrata in Ereẓ Israel dalla Bulgaria nel 1880, ei suoi genitori erano tra i fondatori di Aḥuzat Bayit. Dopo aver frequentato i corsi serali al Constant’s Studio di Tel Aviv, Tagger si dedicò a studiare alla Bezalel School of Art and Design di Gerusalemme (1921). Due anni dopo si è recata a Parigi, ha studiato all’Academie L’hote e ha partecipato alla mostra del Salon des Independents. Quando Tagger è tornata in Israele, ha preso parte alle principali mostre dei giovani artisti moderni, come la mostra sulla Torre di David a Gerusalemme e tre delle mostre di Ohel a Tel Aviv. Nel corso degli anni Tagger ha continuato a esporre i suoi dipinti in Israele e fuori dal paese. Dal 1940 al 1942 si offrì volontaria per servire negli ats britannici, e in seguito si unì all’Haganah.

Nel 1948 alla Biennale di Venezia Tagger rappresentò Israele. Nel 1952 si stabilì nella colonia degli artisti a Safed.

Lo stile artistico di Tagger è stato creato da tendenze dialettiche: da un lato, una ricerca dell’universale, rivolto all’arte moderna europea, e dall’altro un ritorno alle proprie radici e al locale. Tagger è rimasto un pittore figurativo; anche nelle sue fasi più astratte rimase fedele alla praticità.

Il genere più noto di Tagger era la ritrattistica. I ritratti che ha dipinto negli anni ‘1920 sono stati creati da molti schizzi. Il loro stile artistico era una combinazione di arte cubista e naif. Un’attenzione tridimensionale al volume, con forti contrasti chiaro-scuro e macchie di colore ben definite, insieme hanno amplificato l’impatto emotivo dell’opera (Ritratto di un ragazzo in bianco, 1926, Israel Museum, Gerusalemme).

Uno stile artistico simile era una componente dei suoi dipinti di paesaggi. A Tagger piaceva disegnare la vista di Tel Aviv e fino agli anni ‘1960 ha scelto di affittare attici a Tel Aviv, per ammirare il panorama, il mare e lo skyline della città. L’esagerazione dei colori, delle prospettive e delle composizioni di quei dipinti esprimeva le sensazioni estreme che scaturivano dal suo sguardo. Il movimento e il tempo del treno in uno dei suoi dipinti ricorda l’eccitazione del futuristico per questo veicolo (Il treno che passa per Neve Tzedek, 1928, Collezione di Joseph Hackmey, Tel Aviv).

Negli anni ‘1960 Tagger dipinse sul lato opaco di lucenti lastre di plexiglas trasparenti. I prodotti di quella tecnica speciale sembravano dipinti su vetro. Tagger è stata attratta da questa tecnica a causa della sua percezione dell’arte tradizionale etnica e popolare. Ha usato luminosi colori orientali e una brillante luce mediterranea. Lo stile decorativo era dominante in quelle opere e i soggetti erano solitamente temi ebraici tradizionali: le Tavole dell’Alleanza, Sukkot, Purim e così via.

bibliografia:

Tefen, The Open Museum, Sionah Tagger (1900)1988) Retrospettiva (1990); Tel Aviv, Museo d’arte di Tel Aviv, Retrospettiva di Sionah Tagger (2004).

[Ronit Steinberg (2a ed.)]