Suyuti, al- (1445-1505)

Al-Suyuti era uno studioso egiziano meglio conosciuto per i suoi prolifici scritti sulla tradizione profetica (hadith), la giurisprudenza islamica (fiqh), Studi coranici, lingua araba e argomenti correlati. Figlio di uno studioso di religione minore, è stato addestrato nelle discipline religiose sunnite e ha ricoperto diversi incarichi accademici di talento al Cairo. Convinto che lui solo fosse veramente istruito in un’epoca di declino accademico, compilò una serie di opere intese a preservare i fondamenti della borsa di studio sunnita classica per i posteri. Il suo senso della propria superiorità e la sua prontezza nel denigrare le capacità degli altri provocarono i suoi colleghi e fu coinvolto in numerose controversie accademiche. Le sue affermazioni di essere qualificate per fornire pareri legali indipendenti (ijtihad) e di essere il revisore della conoscenza islamica all’inizio del XVI secolo furono molto controversi. Anche la relazione di Al-Suyuti con i sultani mamelucchi che governavano l’Egitto era difficile, poiché credeva fermamente che gli studiosi religiosi (ulema), in quanto guardiani della legge di Dio, dovessero essere le autorità supreme dello stato. Verso la fine della sua vita, frustrato e scoraggiato, al-Suyuti lasciò i suoi incarichi pubblici e cercò consolazione nel misticismo (tasawwuf). Ha continuato a scrivere, lasciando alla sua morte oltre 550 libri e trattati su una vasta gamma di argomenti. Diverse opere sono ancora in uso come preziosi riferimenti. Alcuni studiosi moderni lo hanno liquidato come un semplice compilatore, un giudizio che sottovaluta i suoi contributi accademici, soprattutto nei campi della giurisprudenza, della tradizione profetica e della lingua araba.